Diversificazione e liquidità nel private equity secondario
Nel mondo del private equity la mancanza di un meccanismo di liquidazione predefinito è un tema cruciale per gli investitori. Durante la vita di un fondo di private equity, spesso superiore ai 10 anni, non vi è sempre una chiara via di uscita in caso di cambi di strategia da parte di investitori e limited partner. È in questo scenario che entra in gioco il mercato del secondario. Gli acquirenti di private equity secondario offrono un’alternativa liquida per gli investitori che vogliono cedere le proprie quote, senza la volontà o il tempo di aspettare la scadenza naturale dello strumento. Per questo e per altre caratteristiche il private equity secondario cresciuto molto negli ultimi anni. Il comparto presenta comunque diversi elementi che un fund selector deve essere in grado di considerare. La tematica ha chiuso le discussioni della tavola rotonda all’interno del progetto Hub Alternative.
I commenti si riferiscono al contesto del 12 settembre 2023.
"Il nostro processo di selezione parte da un’analisi quantitativa per includere successivamente elementi qualitativi. Analizziamo le proprietà di ogni veicolo, gli investimenti in campo, i regolamenti interni, i membri del team e la loro esperienza, la longevità dei singoli strumenti e le stime sull’andamento complessivo dei mercati. Inseriamo queste informazioni all’interno di una scheda di valutazione e cerchiamo di effettuare uno screening. Si tratta di un processo che va oltre l’analisi dei dati, passando attraverso la comprensione della filosofia di investimento dei singoli gestori. Chiaramente consideriamo elementi tecnici quali il rendimento atteso di una strategia e perfomance passate, ma cerchiamo di capire per ogni singolo gestore qual è l’approccio alla gestione del rischio, quali i settori di preferenza, qual è il grado di autonomia ecc", evidenzia Paolo Rizzuti, responsabile Private Markets e Stable Agreements Area Wealth Management, Credem.
1/4Lo sviluppo dei mercati secondari sta aprendo nuove prospettive nel mondo del private equity, fornendo agli investitori un'opzione flessibile per gestire i propri investimenti e adattarsi alle mutevoli condizioni di mercato. “Negli ultimi anni, il mercato del secondario si è affermato come parte vitale dell'ecosistema del private equity”, evidenzia a riguardo Tanja von-Ehrlich, responsable de Wholesale Real Estate & Private Markets di UBS Asset Management. “In passato - ha continuato - c’era più scetticismo, oggi invece il settore registra una forte crescita, destinata dal nostro punto di vista a proseguire in modo significativo nei prossimi anni, per rendere il private equity secondario un elemento centrale nelle strategie degli investitori. La condizione di asset semiliquidi attrae soprattutto l’interesse degli istituzionali, ma anche degli investitori privati alla ricerca di elementi quali riduzione della curva J, del rischio e aumento in contemporanea della diversificazione. L’interesse dei clienti incontra, in UBS Asset Management, una struttura in grado di soddisfare le loro esigenze. La nostra piattaforma sul primario intrattiene rapporti con oltre 300 gestori di fondi e General Partner. Si tratta di persone con cui investiamo attivamente, instaurando un rapporto di fiducia e in modo continuativo: per questo è importante trovare il partner giusto. Riteniamo che si possa trovare valore nelle transazioni di piccole e medie dimensioni ed è quello che ci impegniamo a fare giorno per giorno”.
2/4“È difficile orientarsi all’interno del vasto panorama di attori dei private markets, per questo abbiamo sfruttato l’esperienza del gruppo Generali per tracciare i contorni dell'ecosistema complessivo”, afferma Luigi Capezzone, responsabile strategie di investimento e dei prodotti di risparmio gestito Banca Generali. “Riteniamo che sia meglio investire tramite gli asset managers con posizione dominante sul mercato e lungo track record, dal momento che in questo contesto non è necessario identificare nicchie per generare livelli soddisfacenti di risk-adjusted returns. Data l’illiquidita degli strumenti il processo di selezione è sicuramente rilevante e centrale, con il team concentriamo molti dei nostri sforzi nell'eseguire la due diligence che è poi alla base delle nostre decisioni di investimento: è molto importante guardare ancora alla capacità dei gestori di originare opportunità di investimento, all’allineamento di interessi, all'effettivo track record sia in termini di liquidità impiegata che di disinvestimenti eseguiti, ai meccanismi commissionali”, conclude Capezzone.
3/4Quale processo di selezione adottare per individuare le migliori opportunità in questo segmento? “Credo che un processo di due diligence solido e rigoroso sia fondamentale per individuare le soluzioni migliori all’interno dei private market e, in particolare, del mercato secondario”, risponde Enzo Colombo, head of Credit, Loans & Private Equity Strategies di Eurizon Capital Real Asset. Secondo Colombo “è necessario dedicare molto tempo all’analisi delle diverse strategie in questo segmento per comprenderne l’approccio e la filosofia di investimento. Il mercato si è molto evoluto e, di conseguenza, anche l’approccio di investimento è molto più ampio rispetto al passato. Naturalmente analizziamo tutti gli aspetti fondamentali seguendo un processo in linea con le migliori prassi di mercato e guardando quindi ad esempio al Team e al track record. Tuttavia, considerata la varietà di approcci (GP-Led, LP-Led, uso della leva ecc) è importante capire nel dettaglio come vengono strutturati gli investimenti in modo da essere consapevoli del reale profilo rischio-rendimento. Più in generale, riteniamo sia necessario instaurare relazioni di lungo termine con i gestori: si tratta di un business di persone ed è importante avere un dialogo continuo con loro per valutare il loro approccio nel tempo e valutarne i cambiamenti. Abbiamo preferito concentrarci sui fondi chiusi perché per noi è importante misurare la reale creazione di valore dall’avvio del fondo sino alla sua chiusura senza che vi siano fattori esterni come le finestre di liquidità che possono impattare la performance. Non escludiamo a priori soluzioni semiliquide, ma è qualcosa a cui dobbiamo dedicare più tempo per capirne davvero i vantaggi. Quanto alle sfide future di questa asset class, la sua evoluzione rappresenta essa stessa una sfida, i gestori implementano soluzioni sempre più sofisticate che vanno comprese attentamente. Anche il miglioramento dei livelli di trasparenza con una sempre maggiore visibilità sugli asset sottostanti costituisce un aspetto importante per gli investitori istituzionali”.
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