La Cina rappresenterà almeno il 40% dell’indice emergenti globali in 5 anni. Oggi è il 20%

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La discesa del mercato azionario cinese di qualche giorno fa è imputabile principalmente a due eventi e a un rumor. A commentare l’andamento del listino e le prospettive sul Paese dal punto di vista finanziario è Andrea Ciaccio, director di AZ Investment Management, società del Gruppo Azimut a Hong Kong. 

Quali sono gli eventi che hanno influenzato il listino cinese e che ne hanno determinato la forte volatilità?

Central Huijin, l’entità governativa deputata a detenere le partecipazioni in società finanziarie, ha venduto 500 milioni di dollari della sua partecipazione nelle quattro banche a partecipazione statale cinese, pari allo 0,10% circa dei 450 miliardi di dollari che possiede nelle stesse; la vendita è stata dettata dall’esigenza di ribilanciare il portafoglio. Inoltre i broker restringono la disponibilità di credito per gli investitori a leva eliminando dalla lista delle azioni che possono essere utilizzate come collaterale circa 300 nomi. Infine, secondo alcuni rumor, il Governo cinese potrebbe aumentare l’imposta di bollo sulle transazioni azionarie.

La discesa del -7% del 28 maggio riporta l’indice cinese al livello del 21 maggio, ovvero cancella una sola settimana di rialzo. Ma il mercato è in rialzo del 41% da inizio anno e del 137% negli ultimi 12 mesi anche dopo la correzione…

Si tratta di una correzione in un mercato toro molto forte e molto giovane che è partito solamente nel terzo trimestre del 2014; a nostro giudizio si tratta dell’inizio di un mercato toro pluriennale che perdurerà per i prossimi 5-7 anni. Come tutti i mercati toro “giovani”, quando la tendenza di lungo periodo inverte ci sono molto scetticismo e sfiducia dovuti al precedente mercato orso, e questo aumenta l’incertezza e dunque la volatilità, che inizialmente è molto elevata.

Quali sono i fattori che spingeranno il mercato nel medio/lungo termine?

Il rallentamento della crescita, l’internazionalizzazione del RMB e la riforma delle SOE, ovvero le società possedute dal governo. Da un lato, le aziende opereranno in un contesto di maggiore chiarezza e stabilità che favorisce la generazione degli utili, dall’altro ci aspettiamo che il peso della Cina negli indici di mercato venga progressivamente incrementato; la Cina rappresenterà secondo noi almeno il 40% dell’indice emergenti globali in 5 anni, oggi è il 20%.

Diamo uno sguardo alle valute, ovvero al RMB vs Dollaro. Quali sono le valutazioni da fare? 

Il rialzo del mercato azionario cinese sta avvenendo in un contesto di valuta forte. Negli ultimi 12 mesi il mercato azionario cinese è salito del 143% mentre il renminbi ha registrato un modesto apprezzamento del 0.76% nei confronti del dollaro, confermando la propria stabilità. Sullo stesso orizzonte temporale i mercati azionari europeo e giapponese sono saliti rispettivamente del 15% e del 35% a fronte però di una svalutazione sia di euro, sia di yen nei confronti del dollaro di quasi il -20%; in altre parole, Europa e Giappone sono saliti in un contesto di valuta debole.