Nell’ultima parte della tavola rotonda sul credito globale si è discusso di come orientarsi per selezionare strumenti a duration più o meno prolungate nell’attuale contesto di mercato.
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Nell’ultima parte della tavola rotonda sul credito globale si è discusso di come orientarsi per selezionare strumenti a duration più o meno prolungate nell’attuale contesto di mercato.
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Molti si aspettano per i mercati uno scenario Goldilocks, con un’inflazione in rapido calo, un’economia in rallentamento ma non in recessione e con un impatto limitato sui margini delle imprese. Eppure il contesto attuale è già indicativo di una tendenza alla normalizzazione più lenta del previsto, con le banche centrali che proseguono nel loro operato sui tassi, o garantiscono agli investitori una pausa solo temporanea. In questo contesto il bilanciamento del trade-off in ambito azionario tra potenziali rischi e benefici associati a duration più o meno brevi risulta ancora più sfidante. Optare per una duration breve in un contesto di aumento dei tassi comporta una minor perdita di valore a livello dei singoli strumenti. Inoltre le obbligazioni a breve termine tendono a essere meno sensibili alle fluttuazioni del mercato, fornendo una maggiore stabilità.
Tuttavia, i rendimenti delle obbligazioni a breve termine sono spesso inferiori rispetto a quelli a lungo termine, riducendo il potenziale guadagno per gli investitori. Inoltre, se l'obiettivo dell'investimento è generare flussi di cassa costanti nel tempo, una duration breve potrebbe non essere la scelta più adatta. D'altro canto, una duration più lunga può essere preferibile per coloro che mirano a generare flussi di cassa stabili e costanti nel tempo. Nell’ultima parte della tavola rotonda sul credito globale si è discusso di come orientarsi per selezionare strumenti a duration più o meno prolungate nell’attuale contesto di mercato.
I commenti si riferiscono al contesto del 30 maggio 2023.
I fattori da considerare rispetto alla scelta della duration sono molteplici. “Per me è una questione di trade-off tra rischio e rendimento”, evidenzia Francesco Rossi, Lead Portfolio Manager, Bond & Total Return, Euromobiliare Advisory SIM. “Oggi ci troviamo in una situazione particolare in cui ridurre la duration non significa necessariamente sacrificare il rendimento, e questo è un aspetto da non trascurare”, prosegue l’esperto, ricordando che. “ovviamente gli investitori che allungano la duration del portafoglio sperano di beneficiare di un futuro calo dei tassi di interesse e di un conseguente aumento dei rendimenti”. Secondo Rossi, tuttavia, “sui mercati del credito questo beneficio potenziale può essere mitigato da altri due fattori. In primo luogo, quando i tassi di interesse diminuiscono a causa della volatilità o del contesto economico, gli spread tendono a deteriorarsi, registrando un allargamento. Le due dinamiche potrebbero annullarsi a vicenda o addirittura la seconda potrebbe prevalere sulla prima. In secondo luogo, le curve dei rendimenti sono già invertite. Questi due fattori insieme indicano che, soprattutto per i titoli di più alta qualità, l’impatto dell’inversione della curva dei rendimenti supera il maggior rendimento in termini di spread che si ottiene allungando la duration”. Pertanto, “in questo momento non è particolarmente attraente conveniente costruire posizioni difensive sulle scadenze più lunghe”, conclude Rossi.
1/3Dopo la grande crisi finanziaria del 2008 “si è instaurato un contesto economico e finanziario basato su tre pilastri fondamentali: una crescita economica positiva e stabile, anche se inferiore al potenziale; assenza di inflazione o addirittura pressioni deflazionistiche e repressione finanziaria, con massicce iniezioni di liquidità”, ricorda Paolo Biamino, head of client Advisory, Rete CF, CheBanca!. “In questo scenario - aggiunge -, l’allocazione strategica del cliente doveva essere logicamente caratterizzata da una duration più lunga. Negli anni abbiamo quindi assistito a un progressivo allungamento delle scadenze, perché i rendimenti del segmento a più breve termine sono diminuiti finché il rischio di tasso ha smesso di essere remunerato.Questa situazione è però cambiata quando il secondo pilastro tra i tre che ho citato in precedenza è venuto meno con la ripresa dell’inflazione”. Il quadro attuale si insinua quindi tra le tradizionali scelte di allocazione. “Oggi ci troviamo in una fase di transizione in cui vige ancora incertezza circa il nuovo equilibrio economico-finanziario che finirà per prevalere. Possiamo però dire che al momento le posizioni obbligazionarie a più lungo termine non sono sufficientemente remunerate, mentre privilegiamo il tratto intermedio della curva di rendimenti”, evidenzia Biamino. Nei portafogli dei clienti “abbiamo anche incluso un’esposizione ai titoli di credito attraverso fondi target maturity di alta qualità, composti per lo più da corporate bond investment grade e titoli high yield con rating ‘BB’, sempre con una scadenza media compresa tra tre e quattro anni, che non intendiamo aumentare”, sottolinea l’esperto.
2/3Le differenze tra l’attuale contesto economico e le condizioni di qualche anno fa si riflettono anche nella gestione della duration di un portafoglio a reddito fisso. Quali strumenti e strategie utilizzare per mitigare i potenziali rischi legati ai tassi? “Per quanto riguarda la gestione della duration, quest’anno sottopesiamo i titoli di credito a più lunga scadenza (dieci, 12 e 30 anni)”, afferma Oliver Boulind, Head of Global Credit Global Asset Management, HSBC Asset Management. “Questo sia per il rischio di credito e le aspettative sui tassi, perché la liquidità desta preoccupazione, che per l’impegno a lungo termine richiesto dal credito con duration lunga”, prosegue l’esperto, sottolineando che “in linea di massima abbiamo liquidato molte posizioni in titoli a più lunga scadenza”. Boulind ricorda che i portafogli del gruppo “tendono anche a essere piuttosto ampi per disporre sempre di una certa flessibilità. In questo momento in particolare abbiamo una duration lunga sugli Stati Uniti nei portafogli di credito globali, mentre in Europa stiamo lentamente allungando la nostra duration. In alcuni portafogli facciamo ampio ricorso ai future per aumentare la duration mediante overlay, ma molti dei nostri mandati non hanno questa possibilità. Dobbiamo quindi mettere in gioco il nostro lato creativo per trovare un’altra soluzione”. Secondo l’esperto “la buona notizia è che grazie all’inversione delle curve non è necessario investire nel segmento a dieci o 12 anni: è possibile generare rendimenti superiori anche su scadenze molto più brevi. E considerati i timori relativi alla volatilità dei fondamentali, è rassicurante poter contare su una simile flessibilità”.
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