Matranga (Robeco): “L’Italia è uno dei principali mercati nelle linee di sviluppo del nostro piano industriale”

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Marcello Matranga. Foto concessa (Robeco)

Nel piano industriale interno approvato nel 2021 da Robeco, l’Italia spicca come mercato chiave. “La nostra struttura internazionale punta a estrarre valore e crescita, e il business domestico in questo senso può fare molto bene. Ci siamo potenziati, ora abbiamo 11 professionisti che lavorano a Milano e che si occupano di presidiare tutti i segmenti della clientela e, ovviamente, le partnership distributive mettono in luce la nostra importante capacità di fare nuovi investimenti”, spiega Marcello Matranga, Country head di Robeco Italia in questa intervista rilasciata a FundsPeople.

L’unicità del mercato italiano

Il mercato italiano rappresenta un bacino di utenza dinamico e interessante con delle sue unicità. “Dal mio punto di vista quelle principali sono il mondo retail e la distribuzione in generale, con una filiera estremamente consulenziata lungo tutto lo spettro dal retail, agli affluent passando per il private banking, unitamente appunto alla professionalità del consulente finanziario con relativi temi di remunerazione e fee”, dice l’esperto. Invece, guardando al versante istituzionale, quello domestico è un mercato più parcellizzato e variegato in termini di operatori con la presenza di assicurazioni, fondi pensione, casse di previdenza.

I clienti italiani si trovano, in questa fase, ad avere esigenze diverse perché diverso è il ciclo di mercato. “Noi siamo una società che si è sempre connotata per la leadership sostenibile. Dal 2017 c’è stata una prima fase totalizzante degli ESG, mentre nel 2022 sono emersi degli elementi esterni (come la guerra in Ucraina o lo shock energetico). Chi, in passato, ha sposato temi di investimento sostenibili soltanto in virtù dei rendimenti, con l’utilizzo di prodotti tematici, lo scorso anno è stato messo a dura prova”, ammette Matranga. Oggi c’è però una maggiore consapevolezza. “Questa è una fase molto interessante perché l’aumento repentino dei tassi e la formazione di un nuovo contesto, ha generato un rinnovato interesse per l’amministrato. Dunque, la competizione per il gestito non è solo con altre società ma anche con i Titoli di Stato”, commenta.

Secondo l’esperto è necessario mettere in campo sia un’empatia continua nei confronti delle nuove richieste degli investitori, che un solido ancoraggio a delle competenze specifiche, come nel caso di Robeco per gli investimenti sostenibili.

Sempre nell’ambito della sostenibilità, il tema del recente downgrade dei fondi da articolo 9 a 8 secondo l’SFDR, mette in luce un grande equivoco.“Si tratta di un problema nel momento in cui si è iniziato a pensare che il 9 fosse in qualche modo migliore del 6. Secondo me si tratta di strategie equiparabili ed egualmente dignitose, cambia il tipo di disclosure e la trasparenza in termini di rendicontazione. Io la chiamerei come una riclassificazione e non un downgrade, che ha una connotazione negativa”, ci tiene a precisare Matranga.

Strategie e trend del futuro

In questo universo in continua evoluzione, un punto fermo rimane: gli investimenti sostenibili permeano l’offerta attuale e futura. “Sulla componente obbligazionaria abbiamo inserito strategie orientate al tema del clima e abbattimento dell’impronta di carbonio. Da cinque anni sviluppiamo un modello proprietario per analizzare gli emittenti a seconda di quanto contribuiscono agli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU, un esempio su tutti la gamma RobecoSAM SDG Credit Income”, spiega.  

Invece, sulla componente azionaria, Robeco vanta 20 anni di storia sulle strategie tematiche sostenibili. “Il nostro obiettivo è sempre stato quello di identificare temi che rappresentano una soluzione a grandi problema legati alla sostenibilità: scarsità idrica, biodiversità, transizione energetica”, commenta. Due strategie su tutte, RobecoSAM Smart Energy Equities, nata nel 2003 e con Rating FundsPeople 2023, l’altra invece lanciata due anni fa, RobecoSAM Circular Economy Equities, che lavora sull’economia circolare, superando il modello produttivo e di consumo lineare tradizionalmente intenso. “Sono strategie che si prestano bene a una narrazione per i clienti, un rischio che a volte si corre è quello della scarsità di track record, proprio per questo abbiamo un team di circa 50 professionisti che si concentrano nei temi dell’engagement e della ricerca continua”, chiosa.