Dopo più di dieci anni sono tornati i rendimenti sui titoli di Stato a breve termine. Non bisogna però perdere di riferimento l’analisi delle dinamiche inflattive.
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I mercati obbligazionari hanno fatto molta strada in 18 mesi e vale la pena riflettere sul loro percorso. “Nel 2022 erano comprensibilmente poco apprezzati, vista la stretta monetaria attuata dalle Banche centrali che aveva portato a un forte aumento dei rendimenti e a un calo dei prezzi delle obbligazioni. Oggi il sentiment verso le obbligazioni è molto diverso. I flussi globali verso il reddito fisso sono saldamente in territorio positivo”, spiega Jim Cielinski, global head of fixed income di Janus Henderson Investors. Il fattore principale è il reddito disponibile: i rendimenti dei Treasury a un anno sfiorano il 5% e persino i Bund tedeschi a 1 anno rendono il 3,2%, cifre ben lontani dai rendimenti negativi offerti fino al maggio 2022.
Non bisogna dimenticare però, come ricorda Paul Doyle, responsabile azionario large cap Europa di Columbia Threadneedle Investments, che i prezzi in Europa non si sono raffreddati: a marzo l'inflazione complessiva e quella core hanno toccato lo 0,9% e l'1,2% su base mensile, pertanto i rialzi dei tassi d'interesse proseguiranno.
Sebbene il contesto attuale sia interessante per tutto l’universo obbligazionario, investment grade, high yield e titoli di Stato Usa, "è importante mantenere un buon livello di diversificazione geografica al di fuori degli Stati Uniti e i mercati emergenti rappresentano un’asset class molto ben diversificata in termini di settori, valute e Paesi, dal momento che investire nel debito emergente significa poter scegliere tra ben 88 Paesi”, spiegano da Payden & Rygel. “Oggi, in termini di opportunità, il contesto macro è favorevole a tutte queste tre asset class del debito emergente, ma in particolare al debito sovrano in valuta locale”.
Sfruttare opportunità in chiave ESG
Gli esperti di Pictet Asset Management ricordano poi che, a marzo 2020, quando il mondo si è quasi completamente fermato a causa della pandemia, le obbligazioni societarie con etichetta ESG e rating BBB hanno perso solo il 6%, rispetto al 10% delle omologhe senza etichetta, oltre ad aver recuperato più velocemente il loro valore.
Molte sono le ragioni che possono spingere gli investitori che prendono sul serio i criteri ESG a seguire con favore le evoluzioni del mercato obbligazionario. “Un'analisi più approfondita delle obbligazioni sostenibili rivela che questa tipologia di debito è di solito emessa da società che operano in settori che già contribuiscono in maniera sostanziale alla transizione sostenibile, ad esempio l'energia pulita, l'istruzione e il trattamento delle acque reflue”.
Le aziende che operano in questi settori saranno quelle che beneficeranno maggiormente dallo sforzo dei governi per la lotta contro il cambiamento climatico.