La primavera politica, gli impatti della frammentazione normativa sugli investimenti ESG

Riccardo Valeri, foto ceduta (Kairos)

CONTRIBUTO a cura di Riccardo Valeri, portfolio manager, Kairos Partners SGR.

L'Unione Europea si prepara a un'intensa primavera politica. Il rush finale verso le elezioni parlamentari (6-9 giugno 2024) vedrà i decisori impegnati in una serie di iniziative e proposte su temi chiave come l'economia, il cambiamento climatico e la sicurezza.

Quello che sembra evidente è come l'attenzione del Parlamento di Strasburgo si stia spostando dall'elaborazione di nuove norme di sostenibilità all'attuazione di quelle già esistenti. Questo cambio di direzione è accompagnato, secondo recenti sondaggi, da un calo del sostegno al partito dei Verdi che potrebbe portare a un rallentamento dell'agenda sulla sostenibilità già durante il prossimo mandato parlamentare.

Politiche di sostenibilità

Ciononostante, diverse politiche di sostenibilità adottate nell’attuale legislatura UE entreranno in vigore nei prossimi tre anni. Tra le priorità immediate troviamo la riforma del sistema di scambio di quote di emissione e la regolamentazione sull'infrastruttura per i carburanti alternativi. A seguire, la regolamentazione sulla deforestazione e l’applicazione della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) che si traduce in un ampliamento sostanziale dell’attuale direttiva circa la rendicontazione aziendale in materia di sostenibilità.

Il movimento anti-ESG negli USA

Negli Stati Uniti, nonostante alcuni progressi sul fronte delle divulgazioni normative lo scorso anno, il movimento “anti-ESG” continua a prendere sempre più piede. Un argomento significativo avanzato da tale movimento è che le considerazioni ESG di natura non finanziaria possono interferire significativamente con l’efficienza del mercato, dirottando risorse dalle imprese orientate al profitto. A tal proposito, le elezioni presidenziali che si terranno il prossimo novembre saranno cruciali per il futuro della politica climatica americana, considerando le profonde divergenze di opinione tra l'amministrazione democratica di Biden e quella repubblicana di Trump. In gioco c'è una possibile revisione dell’Inflation Reduction Act (IRA), un pacchetto da svariati miliardi di dollari approvato dall’amministrazione Biden nel 2022 che contiene un’ampia serie di misure volte principalmente a incentivare gli investimenti sulle energie rinnovabili e a ridurre le emissioni di gas serra.

Frammentazione regolatoria

In questo contesto globale, l’implementazione completa della normativa ESG rimane ostacolata da complessità e contraddizioni. Se da un lato la polarizzazione politica degli Stati Uniti frena l'adozione di un quadro normativo coerente, anche dall’altra parte dell’oceano l’Europa deve fare i conti con una frammentazione regolatoria: l’Unione Europea è attualmente in fase di revisione dell’SFDR (Sustainable Finance Disclosure Regulation) con opinioni divergenti sul tema espresse dagli Stati Membri, mentre l’autorità britannica di regolamentazione delle imprese di servizi e dei mercati finanziari (Financial Conduct Authority, FCA) ha recentemente presentato un nuovo regime normativo anti-greenwashing che si applicherà ai fondi sostenibili domiciliati nel Regno Unito.

Il mosaico normativo attuale inevitabilmente influisce sui flussi dei fondi ESG globali, che purtroppo restano ancora deboli. L'eterogeneità degli approcci e delle normative nazionali genera incertezza e minaccia l'operatività degli investitori internazionali. È urgente affrontare le sfide globali, come il cambiamento climatico, con un impegno comune attraverso l'adozione di un'architettura ESG coerente.

Nonostante tutto, gli investimenti sostenibili rappresentano un'evoluzione imprescindibile del sistema finanziario. La capacità di coniugare il successo economico con la responsabilità sociale li rende una scelta strategica per gli investitori lungimiranti.