2021, ha senso pensare alle prospettive di crescita in ottica globale?

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Juliana Kozoski, Unsplash

Il 2020 è stato, secondo Didier Saint-Georges, membro del Strategic Investment Commitee di Carmignac, “un anno brutale, ma non particolarmente complesso dal punto di vista dei mercati finanziari”. L’andamento della crescita e delle asset class è stato sostanzialmente determinato dalla diffusione della pandemia da Covid-19 con effetti diretti, misurabili e in larga parte prevedibili sui differenti settori.

“Il rimbalzo dopo i pesanti effetti della prima ondata”, spiega Saint-Georges, “è stato significativo anche se i livelli di attività restano ancora ridotti”. “Il prossimo anno porta con sé alcune incognite relative alla velocità e alla portata della risposta fiscale messa in atto da Stati Uniti e Europa, alle prese per motivi diversi, con un possibile stallo politico. Fattore che riafferma la centralità delle rispettive Banche centrali che dovranno sostenere con ulteriori misure i bilanci degli Stati”.

I dodici mesi che ci attendono porteranno, afferma il membro del Strategic Investment Commitee di Carmignac, “un grado maggiore di complessità”, non solo per effetto delle questioni politiche citate, ma perché decisivi sulla valutazione dei cambiamenti strutturali che la diffusione del Coronavirus ha determinato nel quadro economico mondiale.

Se da un punto di vista di investimenti, la view di Carmignac, si concentra per quanto riguarda il breve periodo sull’attenzione alla ripresa delle attività più impattate dalle misure di contenimento, che potranno maggiormente beneficiare della diffusione di un vaccino nei prossimi mesi, guardando ad un periodo leggermente più lungo viene confermata l’ottimismo relativo all’equity, per cui non si prevede alcuna rotazione sostanziale tra growth e value, e posto un accento molto forte sull’allocazione geografica relativa all’Asia, definita “il sovrappeso maggiore nei nostri portafogli globali”.

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Fonte: IMF Word Economic Outlook & IMF Fiscal Monitor; IMF staff estimates and projections, Ottobre 2020.

La forma della crescita

Un fattore quest’ultimo che porta con sé una domanda cruciale. Covid-19 ha rinforzato la tendenza alla de-globalizzazione ad un punto tale da determinare un ritorno della centralità dell’allocazione su base geografica?

Secondo Ingo Mainert, CIO multi-asset Europe di Allianz Global Investors, la ripresa globale avrà la forma di una radice quadrata rovesciata e sarà inoltre disomogenea.

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Fonte: Allianz Global Investors, Bloomberg, Refinitiv (dati al 31 ottobre 2020).

“Le banche centrali globali si sono impegnate a fare tutto il possibile per far fronte alle ripercussioni economiche e finanziarie dello shock a livello di domanda e offerta causato dalla pandemia, che ha innescato la recessione più profonda dalla seconda Guerra Mondiale. Se da un lato la politica monetaria ha contribuito a mitigare i rischi per la stabilità finanziaria, dall’altro il suo impatto sull’economia appare relativamente modesto nel contesto attuale. La crescita smisurata dell’offerta monetaria, tuttavia, alimenta ancora l’inflazione dei prezzi degli asset e nel tempo potrebbe comportare un ulteriore disallineamento tra prezzi degli asset rischiosi e fondamentali economici sottostanti”, spiega Mainert.

Un contesto di investimento caratterizzato nel breve e medio termine da riedizione della financial repression, super ciclo del debito e quindi aspettative di rendimento moderate sulle asset classes tradizionali. È proprio in tal senso che l’operazione fondamentale per il 2021 secondo Allianz GI riguarda l’ampliamento dell’universo di investimento.

In particolare tenendo in considerazione gli andamenti di alcune variabili da sempre centrali per i movimenti degli assets. “È sempre più probabile un indebolimento del dollaro americano, che favorirebbe i mercati non-USA”, sostengono gli esperti dell’asset manager e questo potrebbe favorire equity europeo e dei mercati emergenti su base relativa. “Storicamente”, analizzano inoltre, “in presenza di un dollaro debole gli spread creditizi sui mercati emergenti, l’extra-rendimento rispetto a obbligazioni statunitensi analoghe, si sono contratti in seguito all’aumento di valore dei bond”. “Potrebbe essere un fattore positivo per il debito emergente nel 2021. Crediamo che gli investitori dovrebbero prendere in considerazione le obbligazioni asiatiche di qualità”, concludono.

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Fonte: Bloomberg, Allianz Global Investors. Dati a ottobre 2020.

Un riferimento geografico che ritorna nell’analisi svolta da Mainert relativamente alle prospettive di crescita viste attraverso la lente della capacità dei singoli Stati di affrontare la pandemia.  “L’Asia, e in particolare la Cina”, afferma, “sono oggi in posizione di vantaggio per quanto riguarda un sostanziale ritorno alla normalità e non c’è dubbio che l’indicazione di allargare l’universo di investimento debba essere letta anche in senso geografico, alla luce degli attuali dati sulla diffusione di Covid-19 nel mondo”.

Un anno all’insegna dell’Asia?

Una visione globalmente più ottimista sui tassi di crescita quella di DWS, ma che coincide per quanto riguarda le note che caratterizzano Cina e Asia. Un peso maggiore nell’analisi è dato alle attese per gli  effetti dell’introduzione di un vaccino contro il Coronavirus.

"Le aspettative sull'efficacia della vaccinazione Covid-19 e la sua rapida introduzione saranno un fattore chiave. In relazione alla vaccinazione, ciò significa che dovrà essere effettuata con successo su larga scala al più tardi entro la fine del terzo trimestre 2021. I mercati hanno dato una valutazione di mercato a questo scenario ottimistico e non c'è grande tolleranza per gli errori", dichiara Stefan Kreuzkamp, chief investment officer di DWS.

Se queste ipotesi si concretizzeranno, ci si potrà aspettare una ripresa economica estremamente rapida. "Abbiamo già visto quest'anno quanto velocemente l'economia abbia ripreso a crescere dopo il fortissimo crollo del secondo trimestre, una volta allentate le restrizioni", fa notare. "Ci aspettiamo che il prodotto interno lordo dell'area dell'euro torni al livello precrisi già alla fine del 2022. Un ritmo estremamente rapido rispetto a quello post grande crisi finanziaria, quando il ritorno ha richiesto quasi sette anni. Vediamo una crescita economica globale del 5,2% nel 2021 e del 5,5% nella zona euro”. La ripresa sarà particolarmente forte in Cina, dove Kreuzkamp prevede per il prossimo anno una crescita dell'8,2%.

Anche l’outlook 2021 di UBS Asset Management sottolinea questo aspetto tra le migliori opportunità per l’anno alle porte. “In questo contesto caratterizzato da bassi rendimenti per un periodo prolungato potremmo assistere a un incremento dell’interesse per le opportunità offerte da hedge fund multiasset e dagli asset alternativi. Il comparto delle infrastrutture sarà probabilmente uno dei principali beneficiari dei pacchetti di stimoli economici introdotti a livello globale e, all’interno dell’universo quotato, il basso livello dei rendimenti dei titoli di stato dei mercati sviluppati spinge gli investitori ad implementare una visione più globale. A nostro avviso, questo rende particolarmente interessante il debito dei mercati emergenti denominato in dollari, compresi i titoli di stato cinesi”, analizza Evan Brown, head of Multi-Asset Strategy della casa di gestione.

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Fonte: UBS Asset Management, Bloomberg. Dati al 10 Novembre 2020.

“La Cina è stata e continua a essere per noi un'area fondamentale e altamente strategica, su cui continueremo a puntare, non solo in ambito equity ma sempre più in quello fixed income e multi-asset, consapevoli sin dal primo giorno che sarebbe stata la prima economia a essere colpita e la prima a riprendersi", conclude Giovanni Papini, country head di UBS Asset Management in Italia.