Bancari, occhio agli emittenti

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Austin Distel, Unsplash

L’aumento dei tassi d’interesse ha favorito il sistema bancario. I ricavi finanziari sono stati trascinati da spread maggiori che hanno permesso al settore di collezionare utili e profitti in crescita. Non bisogna dimenticarsi però della qualità del credito. In questo momento storico, in cui i tassi d’interesse sono alti, il rischio di default è maggiore, così come il rischio di insolvenza delle banche.

Il settore ha partecipato al rally, pur rimanendo lontano dalla sua media di lungo periodo sia su base assoluta che relativa. “Una parte della sottoperformance può essere attribuita ai residui timori derivanti dai recenti fallimenti di alcune banche regionali, nonché alle aspettative di maggiori requisiti patrimoniali in seguito alla nuova Basilea III, l'ultima serie di standard internazionali in materia di adeguatezza del capitale e liquidità”, spiega TCW.

MSCI World Financials Index

Fonte: Cumulative Index Performance – Net Returns (USD).

Come ricorda Martina Daga, macro economist di AcomeA SGR, la valutazione della situazione economica rimane in linea con quella delineata a dicembre: l'inflazione sta rallentando (anche se rimane più elevata del target), le attività economiche continuano ad espandersi a un ritmo sostenuto e il mercato del lavoro resta forte (seppur con un leggero calo di posti di lavoro). “Considerando il rallentamento della crescita dell'inflazione, con il tasso di disoccupazione ancora ai minimi, il FOMC ritiene più vicino il raggiungimento del target di inflazione e di massima occupazione, con i rischi a questo legati ora più equilibrati”. L’esperta precisa che, dal comunicato stampa è stato invece eliminato il riferimento alla solidità del sistema bancario, inserito per la prima volta circa un anno fa a seguito del periodo di stress tra alcune banche regionali. 

In un'ottica più ampia dei settori del credito societario, le obbligazioni high yield e i prestiti bancari (che di solito hanno un rating creditizio non investment-grade) potrebbero essere aree attraverso cui assumersi una dose di rischio nel portafoglio.

La qualità del credito degli emittenti high yield è costantemente migliorata da prima della crisi finanziaria globale. A novembre 2023, il 53% del mercato globale delle obbligazioni high yield aveva un rating BB, rispetto al 38% di inizio 2024. “Sebbene gli spread creditizi delle obbligazioni high yield non siano particolarmente ampi su base storica, la loro combinazione di una migliore qualità del credito e di rendimenti interessanti può rappresentare una buona fonte di esposizione creditizia, anche se un'analisi completa del credito è ancora essenziale a causa del rallentamento della crescita globale”, spiega Arif Husain, head of International fixed income, T. Rowe Price. Il gestore ricorda che tra i potenziali segnali di una tale correzione potrebbero esserci una crisi bancaria più grave, un crollo del settore immobiliare commerciale, una significativa svendita dei titoli tecnologici a grande capitalizzazione che hanno guidato i mercati azionari statunitensi nel 2023 o il deterioramento delle condizioni dei mercati del private equity.

Secondo Konstantin Leidman, fixed income portfolio manager di Wellington Management, da un punto di vista regionale, sarebbe meglio guardare all'Europa in quanto gli spread sono più ampi rispetto al mercato statunitense: “a livello settoriale, concordiamo sul fatto che i titoli finanziari in Europa appaiono particolarmente interessanti su base relativa. Gli spread bancari europei non si sono completamente ripresi dalla crisi del settore bancario del marzo 2023, nonostante gli adeguati livelli di capitale e l'andamento favorevole della qualità degli asset”.