Finanza sostenibile, arriva la visione “comune” delle ESAs sul greenwashing

Sara Farshchi (Unsplash)

Una visione “comune e di alto livello” sul greenwashing. È quanto hanno messo sul piatto le tre autorità di vigilanza europee (Esma, Eba ed Eiopa, le ESAs) con la pubblicazione dei progressi compiuti in materia di greenwashing nel settore finanziario. Le considerazioni delle ESAs sono applicabili agli operatori dei rispettivi settori di competenza, ossia banche (Eba) assicurazioni e pensioni (Eiopa) e mercati finanziari (Esma).

Nel documento congiunto si dà, in prima battuta, una definizione del  greenwashing inteso come “una pratica in cui affermazioni, dichiarazioni, azioni o comunicazioni relative alla sostenibilità non riflettono in modo chiaro ed equo il profilo di sostenibilità sottostante di un'entità, di un prodotto finanziario o di servizi finanziari”, inoltre il punto nevralgico della pratica in questione è che “può essere fuorviante per i consumatori, gli investitori o altri partecipanti al mercato”.

Greenwashing volontario e involontario

Un altro dettaglio emerso nel documento è relativo alla possibilità che le “affermazioni ingannevoli” non necessariamente si diffondono “intenzionalmente”. Da qui il tavolo di lavoro congiunto con le autorità nazionali competenti (NCAs) per andare incontro agli stakeholder potenzialmente coinvolti dal fenomeno e garantire non soltanto la protezione di consumatori e investitori del blocco UE, ma anche “l’integrità del mercato”, oltre che “un ambiente di fiducia per la finanza sostenibile”. Data la natura integrata del sistema finanziario, si legge nel documento “le ESAs lavorano in modo coordinato per affrontare il greenwashing”.

Progress Report Esma

Nel suo Progress Report, l'Esma valuta quali aree della sustainable investment value chain (SIVC) sono più esposte al rischio di greenwashing. Emerge come le “affermazioni fuorvianti” possano riguardare tutti gli aspetti chiave del profilo di sostenibilità di un prodotto o di un'entità, dagli aspetti di governance alla strategia, agli obiettivi e alle metriche di sostenibilità o alle affermazioni sull'impatto.  Il rapporto fornisce anche valutazioni specifiche per i settori chiave di competenza dell'ESMA, come emittenti, gestori di investimenti, amministratori di benchmark e provider di servizi di investimento.

Nel suo report l’autorità di vigilanza indica come il greenwashing sia il risultato di molteplici fattori correlati, per questo motivo gli operatori di mercato del SIVC implementare i processi e gli strumenti di governance necessari a sostenere un reporting sulla sostenibilità di alta qualità oltre che gli sforzi compiuti in direzione della transizione. Esma sottolinea inoltre che gli operatori di mercato hanno anche difficoltà a produrre e ad accedere a dati di sostenibilità rilevanti e di alta qualità, limite aggravato da un quadro normativo in rapida evoluzione, che ha creato problemi di attuazione sia per gli operatori di mercato sia per le autorità nazionali garanti della concorrenza e ha evidenziato la necessità di creare competenze in materia di sostenibilità.

Per questo motivo, per attenuare i rischi di greenwashing, gli operatori di mercato del SIVC devono assumersi la responsabilità di fare affermazioni fondate e comunicare in modo equilibrato sulla sostenibilità. La comprensibilità delle informazioni sulla sostenibilità per gli investitori al dettaglio deve essere migliorata, anche attraverso l'istituzione di un sistema di etichettatura affidabile e ben concepito per i prodotti finanziari. Infine, il quadro normativo deve diventare più maturo, i concetti chiave devono essere chiariti e l'impatto o l'impegno della sostenibilità devono essere meglio integrati.

Progress Report Eiopa

Il Progress Report dell'Eiopa analizza il presentarsi del greenwashing nei settori assicurativo e pensionistico. In questo caso l’autorità ritiene che il fenomeno possa verificarsi (in misura diversa) nell'ambito di una serie più ampia di rischi di condotta in tutte le fasi del ciclo di vita delle assicurazioni (ad esempio, a livello di entità, di produzione, commercializzazione e gestione dei prodotti) e delle pensioni (ad esempio, di progettazione, commercializzazione e gestione dei piani pensionistici). Il rapporto presenta esempi concreti per mostrare come il greenwashing si manifesta nella pratica e indica come “affermazioni di sostenibilità non comprovate” possano ingannare i consumatori e spingerli ad acquistare prodotti non in linea con le loro preferenze, aumentando la sfiducia nei confronti dei fornitori di assicurazioni e pensioni in generale. Il greenwashing si ripercuote anche sugli stessi fornitori di servizi assicurativi e pensionistici, che potrebbero subire un danno reputazionale e finanziario quando i casi di greenwashing vengono resi noti al pubblico.

Secondo quanto dichiarato dall’autorità di vigilanza, l'attuale quadro normativo dell'UE in materia di finanza sostenibile (SFDR, Taxonomy Regulation, IDD) fornisce una buona base iniziale per affrontare il greenwashing nei settori assicurativo e pensionistico. Tuttavia, emergono ancora lacune e limitazioni e questo ha spinto Eiopa a proporre miglioramenti al quadro normativo nella sua relazione finale.

Progress Report Eba

Il report dell'Eba sui progressi compiuti fornisce una panoramica del greenwashing nel settore bancario e del suo impatto su banche, società di investimento e fornitori di servizi di pagamento. Nel suo report l’Authority evidenzia un aumento del numero totale di casi potenziali di greenwashing in tutti i settori, anche per le banche dell'UE, oltre a ciò rimarca la “crescente responsabilità nei confronti del clima”, anche legata a una “maggiore attenzione dell'opinione pubblica”. Eba sottolinea, poi, come il fenomeno abbia una “rilevanza percepita” come “bassa o media” per le banche e “media o alta” per le imprese di investimento. Tuttavia si prevede un aumento in futuro.

Infine, l'Eba ritiene che diversi elementi della regolamentazione e della vigilanza attuale o prevista possano contribuire a contrastare il greenwashing. Tra questi vi sono le norme che vietano la comunicazione e il marketing sleale, diversi elementi del quadro UE per la finanza sostenibile, come la tassonomia UE e le informazioni ESG, e una serie di disposizioni contenute negli orientamenti dell'EBA. Infine l’autorità di vigilanza osserva che il quadro normativo della finanza sostenibile non è ancora completamente sviluppato o è ancora in una fase iniziale di attuazione, il che suggerisce che i benefici di alcune norme non sono ancora pienamente visibili.

I prossimi passi

Le autorità di vigilanza europee pubblicheranno le relazioni finali sul greenwashing a maggio del 2024 e valuteranno le raccomandazioni finali, anche in merito a possibili modifiche del quadro normativo dell'UE.