Itinerari Previdenziali ha organizzato il 1° annual meeting dedicato ai professionisti della selezione dei fondi. FundsPeople ha seguito l’evento come media partner. Numerosi gli spunti di riflessione per una categoria che si prepara a sfide interne ed esterne al mondo della finanza.
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Due giorni di riflessione sulle principali sfide che attraversano il settore della selezione dei fondi, a partire dalla costruzione del portafoglio, fino alla declinazione finale nella comprensione delle esigenze del risparmiatore. Sullo sfondo, lo scenario complesso che caratterizza il contesto italiano, non solo, internazionale: dalle turbolenze geopolitiche (con il corollario di elezioni che attraversano Europa e Stati Uniti) a quelle finanziarie, le attese legate al “soft landing” al taglio dei tassi, ai dati sul mercato del lavoro che frenano l’azione delle banche centrali e contrastano le attese dei mercati.
Riassumere quanto si è discusso nel corso dell'Annual Meeting di studio dedicato ai Fund Selector organizzato da Itinerari Previdenziali a Varignana (Bologna) il 14 e 15 marzo (e di cui FundsPeople è stata media partner) è un compito arduo. I numeri, tuttavia, aiutano a inquadrare il discorso. E c’è un numero, in particolare, che si ripresenta nelle riflessioni intorno al settore: quello della ricchezza degli italiani e delle incognite legate al “futuro” di questo patrimonio.
In cifre, si parla di circa 10.900 miliardi di euro (dato Bankitalia) nel 2022 e secondo quanto indica Alberto Brambilla, presidente del Centro studi e ricerche Itinerari Previdenziali “circa il 24% della popolazione italiana degli over 65 detiene quasi la metà” di questa ricchezza. Le implicazioni di questo dato si riflettono, dunque, sull’attività degli operatori finanziari, impegnati da un lato a gestire il patrimonio attuale di quella che si considera, a tutti gli effetti, silver economy, dall’altro a intercettare le ripercussioni di un prossimo trasferimento di ricchezza a figli o parenti (“il passaggio generazionale naturale”, lo chiama Brambilla).
Tassi, trasferimento di ricchezza ed… educazione finanziaria
Nel delineare il perimetro entro cui si muovono entità finanziarie e, in questo caso specifico, fund selector, Fabrizio Venditti, vice capo del servizio congiuntura e politica monetaria Banca d’Italia, chiamato insieme a Luca Filippa, direttore generale Consob e Andrea Ragaini, presidente AIPB, a introdurre i lavori, sottolinea un elemento di riflessione importante che interessa l’azione dei professionisti finanziari nel breve, e relativo alla scelta della BCE di lasciare i tassi invariati a marzo. Venditti ricorda che quella attuale non sia “una recessione conclamata, ma una stagnazione iniziata nel 2022”, e proprio dietro questa stagnazione si posizioni “la forte stretta monetaria”. Il quadro, afferma, si va delineando, tuttavia resta il nodo dei salari: “Intorno all’incertezza sui salari si è cristallizzata la scelta della BCE che è quella di aspettare finché non ci saranno nuovi dati”. Altro elemento richiamato da Filippa riguarda poi il tema dell’educazione finanziaria. Il direttore generale di Consob ne sottolinea la centralità indicando come negli ultimi anni si sia assistito “a significativi miglioramenti in questa direzione”, tanto che “il Ddl Capitali (che entrerà in vigore il 27 marzo, ndr.) prevede che l’educazione finanziaria entri a far parte dei programmi di studio”. Il punto importante, afferma il DG, “è raggiungere il livello di alfabetizzazione di tutta la popolazione, renderla in grado di capire cosa c'è dietro un'offerta di investimento”. Questo anche in virtù di un investimento consapevole, che coinvolga non soltanto le competenze dei risparmiatori ma anche l’approccio di questi ultimi al mondo della consulenza. In questo i dati, ancora una volta, mostrano un quadro tutto da definire. “A livello generazionale, come AIPB abbiamo stimato che nel solo private banking, 180 miliardi di euro passeranno di mano nei prossimi cinque anni, e circa 300 miliardi nei prossimi dieci anni”, ricorda Ragaini. Il fenomeno coinvolge anche quello che il presidente definisce “un punto di passaggio”, richiamando lo scarso coinvolgimento delle nuove generazioni nella gestione del patrimonio: “Soltanto il 40% dei clienti private over 64 anni coinvolge i figli nelle decisioni di investimento. Cosa accade quindi quando il patrimonio passa di mano? Che solo il 23% dei nuovi eredi conferma il banker di famiglia”.
Tempo di elezioni e preoccupazioni Ocse
Le prospettive per gli operatori specializzati, dunque, impongono un’attenta riflessione, interna ai meccanismi finanziari ed esterna al contesto internazionale. E i prossimi mesi, come anticipato, saranno nodali. Oltre alle turbolenze geopolitiche, infatti, si stagliano una serie di scadenze elettorali importanti. “Ai primi di giugno inizierà una nuova legislazione europea”, ricorda nel suo intervento Ferdinando Nelli Feroci, presidente Istituto Affari Internazionali (IAI), che ricorda come le sfide più importanti per l’Europa siano legate a “una governance economica più a sostegno di una crescita inclusiva e sostenibile”. Sempre in tema di sfide, Fabrizia Lapecorella vice segretaria generale OCSE, richiama i dati dell’ultimo Economic Outlook (pubblicato a febbraio). L’elenco è lungo, basti ricordare che “una parte significativa del debito dovrà essere rinnovata nei prossimi tre anni a tassi di interesse più elevati”: questo implicherà un incremento dei costi a cui si aggiungono “significative pressioni sulla spesa pubblica che derivano dall’andamento demografico, dalle spese sanitarie crescenti, da necessità di sostenere spese per la transizione climatica e dalla necessità di effettuare investimenti in istruzione e competenze”. Soprattutto, Lapecorella calca su quella che l’Ocse definisce “la questione economica più importante nel lungo periodo”, ossia “l’investimento in capitale umano per le generazioni future”. I dati a disposizione sulle competenze degli studenti (test Pisa) sono “allarmanti”: “le prestazioni sono diminuite nelle economie avanzate negli ultimi dieci anni e negli emergenti c’è stato un calo (ma in misura minore)”. Eppure, ricorda, “il capitale umano è il fondamento delle economie basate sulla conoscenza e risultati educativi più bassi avranno costi crescenti nel tempo. Questo – conclude l’esperta – influisce non soltanto sulla crescita economica ma anche sul benessere delle società nel loro complesso”.