Gioffreda (Ubs): "Un nuovo paradigma frutto della crescita a rialzo e dell'inflazione in calo"

Christophe Hautier (Unsplash)
Christophe Hautier (Unsplash)

Un nuovo paradigma da affrontare nel 2024. Un nuovo mondo finanziario frutto della combinazione di una crescita che ha sorpreso al rialzo e di una inflazione che, dall’altra parte,  è andata calando.

Due grandi temi: da una parte i buoni risultati delle aziende e quindi dell’equity, dall’altro l’obbligazionario preda di una maggiore volatilità. Sono questi gli spunti dai quali si muove l’analisi di Teresa Gioffreda, Investment strategist di UBS AM, in occasione dell’outlook della società con la stampa finanziaria a Milano.

La geografia degli investimenti

La Cina continua a deludere. La crescita, nonostante sia superiore ad altri Paesi in termini di livello, prosegue la sua discesa. “Le riforme che sono volte ad avere una maggiore qualità in futuro per creare una classe media solida, aumentare il reddito pro capite e il numero dei figli per ciascuna familia non bastano da sole e continuiamo ad avere un impatto molto negativo nel real estate, poiché le vendite non hanno innescato un circolo virtuoso e continuano a pesare i due anni di chiusura da Covid”, dice la specialista. Il dato positivo è che la guerra tecnologica con gli Stati Uniti sembra ormai alle spalle.  “Una delle considerazioni da fare è che già nel 2023 le due potenze si sono incontrate nuovamente e hanno ripreso a dialogare. Il dragone si  è modificato molto, investendo in termini di innovazione (progetti presentati 37 a livello tecnologico) ma risulta ancora indietro a livello politico e questo non permette di investire in azionario con fiducia”, dice Gioffreda.

La situazione migliora guardando verso il Giappone. Da segnalare la comparsa dell’inflazione dopo diversi decenni, l’ultimo baluardo di una politica monetaria espansiva. “Restiamo positivi sulla parte azionaria e lo yen, negativi invece sull’obbligazionario”, prosegue. Gli Stati Uniti rimangono l’economia che cresce maggiormente e che porta con sé le le sorprese più positive.

“Siamo rimasti 18 mesi in attesa di una recessione che non è mai arrivata, i tassi potrebbero portare a un andamento negativo della crescita ma così non è stato fino a ora”, ribadisce l’esperta. Tanto che ci si trova a vivere una situazione migliore anche per i bilanci delle famiglie “siamo fiduciosi sulla crescita economica, storicamente le crisi ci sono stati per squilibri dei bilanci delle famiglie e o delle imprese

Però, la situazione in UE non è altrettanto rosea. “L’inflazione si sta muovendo verso il target ma è il target stesso a essere stringente, in zona euro l’effetto di una politica monetaria restrittiva pesa di più sull’economia rispetto agli USA”, dice.

In Europa inoltre pesa anche una condizione psicologica data della guerra tra Russia e Ucraina che si sta protraendo. “Le famiglie non stanno aumentando i consumi come invece fanno gli americani. È possibile constatare una tendenza più anemica perché i cittadini risparmiano ma non spendono abbastanza”.

Fuori dal consensus, asset class

Secondo l’analisi di Gioffreda, nel 2024 sia la parte azionaria che quella obbligazionaria possono portae a una performance positiva. “Crescita superiore alle attese, inflazione in calo ci porta a essere costruttivi sulla parte azionaria. Crediamo che l’equity possa fare meglio dei bond. “I mercati iniziano a prezzare di più politiche accomodanti, più tagli dei tassi di quelli che ci saranno”.  Vero è che “se noi ci sbagliamo e andiamo verso una recessione allora i Titoli di Stato vanno mantenuti in portafogli. Aumentare dunque la duration ma non allungare la curva poiché dal decennale in poi dobbiamo tener presente che il debito pubblico dei governi è aumentato ma gli Stati non stanno pagando un premio al rischio maggiore”, sottolinea.

Un altro principio da tenere bene in mente è quello della diversificazione e della qualità. “Se nel 2023 il tema dei semiconduttori e chip è stato ancora centrale crediamo che ci sia ancora una fetta da Dover indagare e sfruttare appieno.  Un esempio è l’intelligenza artificiale che deve lasciare la parte meramente tecnologica per e andare oltre anche altri settori”, ammette.  

Uno sguardo anche alle valute. “Riteniamo che il dollaro sia da mantenere nel portafoglio, unico hedge come l’energy che si muove e ci copre dal rischio di inflazione, come con la correlazione positiva tra parte azionaria e obbligazionaria. Il consiglio è quello di mantenere le commodities in maniera diversificata”, commenta. 

Per concludere, non vanno dimenticati i trend di lungo termine: la sanità, il tech, il cambiamento climatico. “Affiancare ai mercati pubblici quelli privati che, come le small cap, ci permettono di seguire un tema in maniera più dettagliata e pura”, chiosa Gioffreda.