L’high yield riparte (sempre prima dell’azionario)

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Foto Lucas Favre (unsplash)

Il continuo inasprimento delle condizioni finanziarie potrebbe contribuire a un rallentamento dell'economia e portare a una lieve recessione entro la fine del 2024. Secondo J.P. Morgan AM, nel 2023 il 39% degli emittenti che sono andati in default o hanno effettuato scambi distressed lo avevano già fatto in passato.

Per Anthony Kettle, senior portfolio manager di RBC BlueBay AM, l'opportunità offerta dall'high yield statunitense è troppo interessante per essere ignorata: “a maggio gli investitori retail hanno riscattato circa 2,5 miliardi di dollari dall’asset class, in un momento in cui il mercato ha emesso poco meno di 23 miliardi di dollari di nuova offerta high yield. Non c'è da temere, perché il 75% di questa offerta ha riguardato dei rifinanziamenti, mentre le emissioni di prestiti e obbligazioni continuano a essere rimborsate e rinnovate. Gli spread si sono ristretti e l'offerta di obbligazioni è bassa”.

Anche secondo Michael Della Vedova, co‑portfolio manager, Global High Income Bond Strategy, T. Rowe Price, le obbligazioni globali high yield continuano ad apparire interessanti grazie ai solidi fondamentali societari e ai rendimenti che si attestano sui livelli più alti degli ultimi anni. “I bilanci sono relativamente sani, poiché molte società si sono assicurate finanziamenti a basso costo nel 2020 e nel 2021, e ciò potrebbe contribuire a mantenere bassi i tassi di default quest’anno, nonostante il rallentamento della crescita economica. Inoltre, il fabbisogno di nuove emissioni nel 2023 sarà probabilmente basso, il che è altrettanto positivo”. Questi fattori dovrebbero sostenere l’asset class, nonostante la potenziale volatilità determinata da un’inflazione vischiosa, dal rallentamento della crescita e dalle preoccupazioni del settore bancario.

Tenere sotto controllo la liquidità aziendale

"È inoltre importante ricordare che le aziende tendono ad avere un debito con scadenze variabili distribuite su più anni. Quindi, l’impatto dell’aumento dei tassi d’interesse non è immediato, ma viene distribuito nel tempo”, precisa Michael Della Vedova.

Antonella Manganelli, AD e responsabile Investimenti di Payden&Rygel Italia aggiunge come i fondamentali aggregati degli emittenti ad alto rendimento siano decisamente migliori rispetto al passato: "molti dei nostri emittenti hanno effettivamente i mezzi per gestire un contesto recessivo. Qualora ci fosse una recessione grave, anche se ad oggi non vi sono evidenze in tal senso, si assisterebbe a un'impennata del tasso di insolvenza, mentre se la recessione fosse lieve, per alcune delle società più deboli, che sono state sostenute dal 'denaro facile' degli ultimi anni, potrebbe rendersi necessaria una ristrutturazione, anche se, considerata l’ampiezza dell’asset class HY, la quota di insolvenze dovrebbe essere limitata”.

Fondi con Rating FundsPeople che investono nell’high yield

FondoSocietàPatrimonioRendimenti YTDRendimenti
a 3 anni
Rendimenti
a 5 anni
Aegon High Yield Global Bond FundAEGON1843,852,351,83
BlackRock Funds I ICAV BlackRock Global High Yield Sustainable Credit Screened FundBlackRock3412,423,35-N/A
BlueBay Funds BlueBay Global High Yield Bond FundBlueBay AM1.4400,151,773,98
PIMCO GIS plc Global High Yield Bond FundPIMCO2.8092,362,934,18
UBAM Global High Yield SolutionUBP3.4402,55,254,54
Fonte: Morningstar Direct al 29 giugno 2023. Dati di patrimonio in milioni di euro e rendimenti in euro.