Il dollaro australiano è destinato a perdere terreno

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A cura di Massimo Siano, executive director, Head of Southern Europe per ETF Securities

Registriamo un brusco deterioramento del sentiment nei confronti del principale bene d’esportazione australiano, il minerale di ferro, il cui prezzo è sceso del 7% portandosi al livello più basso degli ultimi due mesi (56 USD/tonnellata). Nei prossimi mesi questa traiettoria discendente sembra destinata a proseguire, poiché le notizie di un aumento dell’offerta sul mercato internazionale continuano ad alimentare il clima di pessimismo. A fronte dell’orientamento sempre più neutrale della Reserve Bank of Australia (RBA) e della recente diminuzione registrata dai dati manifatturieri (la prima nell’arco di un anno), l’AUD potrebbe soccombere alle pressioni al ribasso esercitate dal calo dei prezzi delle esportazioni.

I maggiori produttori mondiali di minerale di ferro – Vale, BHP Billiton e Rio Tinto – si sono di recente impegnati a mantenere la produzione a livelli elevati nei prossimi anni. Queste imprese nel loro insieme controllano circa tre quarti del mercato marittimo globale ed esercitano pertanto un’influenza significativa sul prezzo del minerale a livello internazionale. Nelle sue prospettive sulle risorse di giugno 2016, il Dipartimento australiano dell’Industria, della Scienza e dell’Innovazione ha previsto che le esportazioni australiane e brasiliane di minerale di ferro registreranno rispettivamente una crescita media del 6,7% e 5,5% all’anno nel 2017, aggravando i problemi di offerta in un mercato già sovraccarico. Recentemente i rappresentanti di BHP Billiton hanno inoltre rivelato di attendersi una diminuzione del prezzo del minerale rispetto agli attuali livelli, già prossimi al limite superiore del range stimato, a causa di un afflusso “ampiamente previsto” di offerta a basso costo da parte dei maggiori produttori. Ciò non fa che accrescere le prospettive di un ribasso del minerale di ferro e dell’AUD nei prossimi mesi.

ferro

Fonte: World Steel Association; Department of Industry, Innovation and Science (2016), ETF Securities, F = previsioni relative all’intero anno tratte dal Resources and Energy Quarterly di giugno 2016.

Inversione di tendenza

Il cambio AUD/USD ha evidenziato diversi segnali ribassisti nelle ultime settimane, rompendo importanti livelli di supporto e accumulando una dinamica discendente. La coppia valutaria ha risentito anche dei toni intransigenti adottati di recente da alcuni membri del Federal Open Market Committee (FOMC), registrando una flessione in seguito alle dichiarazioni di Dudley, Fisher e Rosengren.

Euro vs dollaro australiano

Il dollaro australiano potrebbe svalutarsi anche contro l'euro. Per quanto riguarda il rapporto EUR/AUD ci aspettiamo la fine del rally corrente. Attualmente l’EUR/AUD quota a 1.4790. Nel medio periodo mi aspetterei un EUR/AUD sopra 1.55. In questo quadro, gli investitori potrebbero iniziare ad accumulare posizioni rialziste sull’euro attorno a 1.4650 con stop loss a 1.4605.

L’RBA rimane neutrale a fronte di prospettive favorevoli

L’RBA ha inviato crescenti segnali della propria soddisfazione per le attuali condizioni economiche e dell’intenzione di mantenere un orientamento accomodante sul fronte della politica monetaria. In un recente discorso l’assistente governatore Chris Kent ha fornito una valutazione ottimistica dell’economia australiana, sottolineando la “riduzione di due ostacoli significativi”, vale a dire la diminuzione della spesa per investimenti nel settore minerario e la flessione delle ragioni di scambio del paese. Le sue parole, unitamente agli ottimi dati sugli scambi commerciali con la Cina, hanno evidenziato un miglioramento delle prospettive per l’economia australiana, riducendo pertanto la probabilità di ulteriori tagli dei tassi nel 2016.