Prima che la crescita si inverta l’inflazione decelererà?

Stefan Kuhn e Dorcas Philips, notizia (Fidelity International)
Stefan Kuhn e Dorcas Philips, immagine concessa (Fidelity International)

CONTRIBUTO a cura di Stefan Kuhn, head of ETF Distribution Europe e Dorcas Philips, director ETF di Fidelity International. Contenuto sponsorizzato.

Le banche centrali hanno cercato di porre un freno all’inflazione tramite un inasprimento delle politiche monetarie e, sebbene sussistano i segnali che le azioni messe in campo stiano producendo gli effetti desiderati, i parametri che misurano l’inflazione inerziale rimangono ben al di sopra dei loro target e alcuni dati indicano come le pressioni al rialzo sui prezzi stiano divenendo più vischiose. Al contempo l’attività economica si è rivelata finora più resiliente di quanto previsto da molti, in parte grazie all’esaurimento dei risparmi in eccesso accumulati nel corso della pandemia. La crescita, tuttavia, è destinata infine a rallentare man mano che l’incremento dei tassi d’interesse e il quantitative tightening manifesteranno i propri effetti nell’economia reale.

La domanda fondamentale è: prima che la crescita si inverta l’inflazione decelererà? Per il momento le banche centrali sperano di riuscire a creare le condizioni per un “atterraggio morbido”, ma la storia insegna che le recessioni sono spesso la conseguenza indesiderata del ricorso a politiche anticicliche per tenere a bada l’inflazione (il che costituisce in effetti il nostro scenario di base). Abbiamo già iniziato a osservare gli effetti collaterali dell’inasprimento delle politiche durante i recenti fallimenti nel settore bancario: il rischio di eventi come questo è elevato a causa delle grandi moli di debito accumulate sia dal pubblico che dal privato nel corso dell’era di bassi tassi d’interesse e disinflazione. Qualora l’inflazione rimanesse ostinatamente elevata, magari a causa di forze strutturali come deglobalizzazione, decarbonizzazione e mutamenti demografici, le banche centrali potrebbero perfino essere costrette a scegliere tra stabilità dei prezzi e del sistema finanziario.

Di conseguenza le prospettive economiche sono intrise di incertezza. Per questo, secondo le nostre previsioni, nel prossimo futuro la volatilità nei mercati dei capitali è destinata a rimanere elevata, dando luogo nel complesso a cicli economici più brevi e volatili con tassi medi di crescita e rendimento più contenuti. In un contesto più complesso come questo la gestione del rischio diverrà più importante per gli investitori che nel mercato rialzista che ha caratterizzato l’era di quantitative easing post-crisi finanziaria globale a causa di crolli generalizzati ed episodi di volatilità più frequenti e, potenzialmente, più incisivi.

Acquisire un reddito di qualità

Quando il quadro economico si fa più arduo gli investitori devono darsi da fare di più per conseguire rendimenti a lungo termine positivi, partecipando ai rialzi dei mercati ma anche cercando di evitare i ribassi. L’inflazione elevata aggiunge un ulteriore elemento di complessità, dal momento che gli investitori devono tenere conto dei suoi potenziali effetti negativi sul valore reale degli asset.

In contesti come questo è spesso opportuno seguire un approccio agli investimenti fondato su principi collaudati, andando alla ricerca di strumenti con profili di rischio asimmetrici in grado di partecipare più ai rialzi che ai ribassi per ottenere la massima crescita composta possibile dei rendimenti. Tra le caratteristiche chiave che un elemento di base dell’asset allocation dovrebbe apportare vi è in effetti la capacità di fornire rendimenti resilienti e stabili nell’arco di tutto il ciclo d’investimento.

Quando le performance passate non costituiscono un indicatore affidabile dei risultati futuri i dati empirici sui rendimenti indicano che un tale approccio basato su specifici fattori può generare una sovraperformance in determinate condizioni di mercato (figura 1). Per definizione i titoli income di alta qualità evidenziano performance finanziarie relativamente stabili e prevedibili, come un flusso di cassa e una redditività costanti nel tempo. Spesso questi tratti indicano che le società sottostanti sono dotate di modelli di business robusti o di un forte potere di determinazione dei prezzi garantito dai loro vantaggi competitivi.

Per questo le strategie incentrate su un’esposizione ai fattori d’investimento quality e income sono in grado di produrre rendimenti stabili e robusti nell’arco di tutto il ciclo d’investimento. Ciò non significa necessariamente che registreranno le performance migliori nel corso di mercati rialzisti trainati dai titoli growth o dagli stimoli forniti dalle politiche, in cui un entusiasmo irrazionale può dare luogo a guadagni eccessivi da parte perfino dei titoli di società non redditizie, bensì che sono in grado di generare rendimenti positivi in contesti più impegnativi caratterizzati da una crescita lenta (o negativa) e da politiche anticicliche, come quello odierno, esibendo ad esempio resilienza in fasi di cali generalizzati del mercato.


Fonte: Fidelity Investments (Asset Allocation Research Team), maggio 2023. Analisi basata sulla performance storica dei fattori durante i cicli economici dal 1986. I modelli di performance dei fattori possono variare nei cicli futuri. Il composito Value è una classifica media combinata dei titoli del primo quintile ponderato (in base al rapporto prezzo/valore) e dei titoli del primo quintile ponderato (in base al rendimento degli utili) dell'indice Russell 1000. I rendimenti Momentum sono il primo quintile ponderato in base ai rendimenti sui 12 mesi) dell'indice Russell 1000. I rendimenti Quality sono il primo quintile ponderato (per rendimento del capitale) dell'indice Russell 1000. I rendimenti a bassa volatilità sono i rendimenti annuali del quintile inferiore equamente ponderato (in base alla deviazione standard dei rendimenti settimanali dei prezzi) dell'indice Russell 1000. Il composito a reddito è il quintile superiore ponderato (in base al rendimento da dividendi) o l'indice Russell 1000 ponderato.

Per vincere serve una crescita lenta ma stabile: la gamma Quality Income ETF Fidelity

Gli ETF della gamma Quality Income Fidelity rappresentano fondi passivi basati sulla replica di indici proprietari Fidelity che seguono processi d’investimento basati su dati e regole per individuare e selezionare le società con caratteristiche di qualità e dividend yield robusti in senso relativo all’interno di universi definiti in base a criteri geografici. Gli ETF della gamma si avvalgono altresì di modelli statistici allo scopo di garantire che le esposizioni macro corrispondano a quelle del rispettivo universo geografico sottostante, ad esempio dal punto di vista delle ponderazioni dei vari settori e Paesi, limitando al contempo bias indesiderati legati a caratteristiche come la capitalizzazione di mercato.

Al fine di determinare i titoli azionari inclusi in ciascun indice, il pertinente universo geografico viene innanzitutto sottoposto a screening in base a criteri di liquidità e sostenibilità per garantire un’esecuzione efficiente e il rispetto di determinati requisiti minimi di sostenibilità.

Questi ultimi prevedono esclusioni basate su vari fattori tra cui il coinvolgimento delle società in specifiche attività economiche, rating su controversie e standard globali forniti da Sustainalytics e performance rispetto ai principi del Global Compact delle Nazioni Unite.

Ogni titolo rimanente viene quindi valutato in base a criteri di qualità e reddito stabiliti dagli analisti Fidelity. I primi prevedono l’analisi delle performance delle società in base alla relativa redditività del capitale investito nonché ai margini e alla stabilità dei flussi di cassa (o nel caso delle banche al rapporto di indebitamento, ovvero tra debito e patrimonio), i secondi in base a dividend yield e indicatori di crescita.

Viene dunque elaborato un modello statistico degli indicatori grezzi di qualità e reddito al fine di determinare la composizione e le ponderazioni finali degli indici, inclusa la winsorizzazione dei dati al fine di ridurre l’effetto della presenza di outlier estremi quali ad esempio titoli azionari con caratteristiche interessanti a causa di un momentum negativo del prezzo.

Il risultato è la gamma Quality Income ETF Fidelity, che mira a offrire un sovrarendimento e un basso tracking error rispetto ai mercati azionari di specifiche aree geografiche tramite l’esposizione a società di qualità elevata in senso relativo e che versano dividendi. Ciascun ETF può essere utilizzato all’interno di portafogli income orientati ai risultati o in sostituzione di soluzioni basate sulla pura replica passiva di indici azionari. Quando il contesto d’investimento si fa più arduo per gli investitori è importante tenere maggiormente conto dei rischi piuttosto che limitarsi a investire sul mercato nel suo insieme.