Stefanini (Eurizon): “Le preferenze di selezione? Fondi direzionali a benchmark con liquidabilità giornaliera”

Filippo Stefanini
Filippo Stefanini (foto Enrico Frascati, FundsPeople)

La selezione dei fondi si confronta con tre elementi nodali: “La gestione attiva, l’artificial intelligence e la transizione energetica”. A sintetizzare le linee d’azione su cui si concentrerà il lavoro nei mesi a venire è Filippo Stefanini head of multimanager investments di Eurizon Capital. L’esperto, raggiunto da FundsPeople, sottolinea come “dopo anni di easing monetario da parte delle banche centrali, con mercati guidati dall’eccesso di liquidità, ora che il ciclo di rialzo dei tassi è terminato, ci sono finalmente le condizioni perché la gestione attiva possa generare excess return positivi attraverso il picking basato sull’analisi dei fondamentali aziendali”. Altri temi a richiamare l’attenzione sono la decarbonizzazione, a cui il team di Eurizon pone particolare attenzione “in vista degli obiettivi di Net Zero”; e le strategie di investimento quantitative “che possono beneficiare dei recenti sviluppi in tema di artificial intelligence”.

Le direttrici individuate da Stefanini nell’attività di ricerca sono orientate sui fondi utilizzati dai portfolio manager della società. “Il team multimanager investments – specifica– manutiene una buy listi di fondi di case terze, tipicamente utilizzati come building blocks all’interno di soluzioni di investimento. Quindi la preferenza è verso fondi direzionali a benchmark con liquidabilità giornaliera mentre, ad esempio, tendiamo a utilizzare meno fondi flessibili multi-asset”.

Una nuova tipologia di fund selector

Rivolgendo uno sguardo più ampio al mondo della selezione, l’esperto richiama un fenomeno in atto sul mercato anglosassone, riferito all’emergere di una nuova tipologia di fund selector, ossia professionisti a servizio di piattaforme alternative multi-manager. “Potremmo definire queste piattaforme come società private con almeno dieci portfolio manager/team che sono risk-taker autonomi tra i quali il capitale è allocato centralmente. Tipicamente hanno elevata leva finanziaria e bassa net exposure, stretto framework di controllo del rischio ed expense pass-through”. Una delle conseguenze dirette date dalla presenza di queste piattaforme, a detta dell’esperto, è stata l’intensificazione della “battaglia per i talenti”, cha ha visto “alcuni money manager lasciare fund house tradizionali per approdarvi”.

Evoluzione continua

Nello specifico di Eurizon, poi, “il monitoraggio dei peer group ci porta continuamente a rivalutare la nostra selezione in funzione dell’emergere di nuove opportunità. Nuove ricerche possono anche scaturire da nuove idee di investimento o dallo sviluppo di nuovi prodotti. Per cui la selezione fondi è un processo in evoluzione continua ma incardinato attorno a un dettagliato processo di due diligence”.

Lo scenario con cui si confronta questa azione costante di analisi, è secondo la società “quello di una prosecuzione del trend di disinflazione e di un soft landing della crescita economica”. Stefanini rimarca come a inizio 2024 si stia osservando un’economia statunitense che mostra “un mercato del lavoro forte e un’inflazione che fatica scendere dai livelli attuali, ma sappiamo che si tratta di un bumpy road (come ha detto lo scorso anno il presidente della FED, Jerome Powell)”. Le attese per l’anno, dunque, vanno in direzione di un taglio dei tassi da parte delle principali banche centrali e di uno “scenario favorevole per le attività rischiose”.

Per contro, indica in conclusione il responsabile del team di selezione Eurizon, “lo scenario di rischio è quello di una brusca frenata dell’economia, ma al momento i dati macroeconomici non lo supportano, soprattutto per quanto riguarda gli USA. Questo rischio – conclude – andrà monitorato con attenzione, valutando gli effetti ritardati della forte restrizione monetaria dell’ultimo anno e mezzo”.

Tratto dalla rivista FundsPeople di marzo n. 82