Ungari (Vontobel): "Ciclo di difficile lettura. Azioni di qualità e credito IG per proteggere i portafogli"

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Ethan Sykes, immagine concessa (Unsplash)

Gli investitori stanno attraversando una fase di incertezza per la difficoltà di leggere l’attuale ciclo di mercato. La recessione prevista dal consenso come conseguenza dell’aggressivo rialzo dei tassi delle banche centrali tarda a manifestarsi. Tanto che è stata ribattezzata “recessione Godot”: il suo arrivo è stato posticipato via via nel corso dell’anno, e ora alcuni analisti l’aspettano per il 2024. “Le previsioni di inizio 2023 indicavano una recessione imminente, ma paradossalmente guardando alle performance attuali del mercato azionario la fase attuale sembra di più l’inizio di un bull market”, ha affermato Gianluca Ungari, head of Portfolio Management Italy di Vontobel che ha incontrato ieri la stampa a Zurigo per l’outlook di metà anno.

“A livelli di performance, l’inizio dell’anno è stato positivo per i mercati con il focus sulla possibilità di un soft landing. Poi a febbraio e marzo è tornata la paura per un’inflazione che non scendeva così velocemente come previsto e per lo scoppio della crisi delle banche regionali Usa. Ma da aprile siamo entrati in una fase goldilocks, in cui la maggior parte delle asset class viaggia in territorio positivo”, ha spiegato Ungari.

Il trend dell’AI guida l'azionario

Tuttavia l’esperto di Vontobel inviata ad andare più a fondo, e esaminare nel dettaglio quali sono le caratteristiche di questo bull market per certi versi inatteso. Tanta parte del rally è stato guidato dall’azionario, con l’MSCI growth al +20% a fine maggio. E in particolare dai titoli tecnologici, con il Nasdaq 100 che ha registrato un +30%. “Se si analizza l’andamento dell’indice S&P 500, la maggior parte della performance si concentra in una manciata di titoli. Gli otto migliori titoli del listino sono le mega cap del tech che hanno capitalizzato la narrazione sul trend strutturale dell’intelligenza artificiale. Ma se si esclude questo esiguo numero di aziende, la performance delle altre 492 società è sostanzialmente piatta”, ha detto Ungari.

Indicativa di questo fermento attorno al tema dell’AI, è la performance di Nvida che da inizio anno registra delle performance ben al di sopra del +150%. Lo scorso anno, invece, nei momenti peggiori della correzione il titolo era arrivato a perdere il 70 per cento. “I mercati sono la fotocopia in negativo dello scorso anno. Il value e le commodities che avevano fatto bene nel 2022 sono in territorio negativo. L’equity, e in particolare il tech, che avevano fatto male, stanno generando performance elevate”, ha spiegato Ungari.  

Inflazione e tassi

Ma quali sono gli indicatori marco economici che sorreggono questo rally? Secondo Ungari il ciclo è di difficile interpretazione, e molto si capirà dai dati dei prossimi mesi. “Le sorprese sono arrivate dalla crescita e dai consumi, che si sono dimostrati resilienti nonostante gli aggressivi rialzi dei tassi, e dal mercato del lavoro che è rimasto solido”, ha spiegato l’esperto. “L’inflazione Usa è in discesa per il calo dei prezzi di energia e alimenti. La parte più ostinata è quella dei servizi. Il rischio per la Fed è che più questa componente resta elevata nel tempo, più aumenta il rischio che si incorpori nell’economia”, ha detto Ungari. “La Fed ha saltato il rialzo nel mese di giugno. Un altro rialzo dei tassi è possibile a luglio, ma la fine del ciclo rialzista appare molto vicina”, ha continuato. “In Europa, il picco dell’inflazione è stato raggiunto ma le pressioni sui prezzi rimangono alte e la Bce si avvia verso un nuovo rialzo nel prossimo meeting”, ha aggiunto.

Ungari si è poi soffermato sugli elevati livelli di liquidità presenti nel sistema per gli effetti di lungo periodo delle politiche monetarie e fiscali senza precedenti messe in campo durante il Covid. Iniezioni di liquidità alla base dell’anomalia del ciclo attuale.

“Il mercato è spaccato in due nella sua visione. Il ciclo è molto difficile da leggere, perché tutta l’incertezza non si ritrova nelle performance. I mercati stanno cercando un’interpretazione di come si svilupperanno tre elementi: inflazione, crescita e politiche monetarie”, ha detto Ungari.

Reddito fisso

Ad ora nel 2023 il grande assente in termini di performance è stato il reddito fisso, anche se dopo un decennio di tassi a zero l’asset class presenta degli elementi di interesse per il ritorno dei rendimenti. “L’income è effettivamente ritornato, e non è un aspetto banale dopo le politiche monetarie ultra espansive dell’ultima decade. La decorrelazione tra bond e equity che è mancata nel 2022 ritorna nel momento in cui i mercati iniziano a prezzare uno scenario di recessione. Ma nello scenario goldilocks attuale la duration non funziona. Oggi un portafoglio a reddito fisso ha senso. Ma in attesa che lo scenario si delinei maggiormente, per i bond continuiamo a preferire la parte breve della curva, per evitare di incamerare un elevato rischio di duration”, ha sottolineato Ungari.

“L’azionario sta oscurando il mondo obbligazionario in termini di performance. Ma i bond e le commodities indicano un mondo in cui l’attività economica sta rallentando. La curva dei rendimenti rimane invertita, e ciò normalmente mostra una recessione in arrivo”, ha spiegato l’esperto. “Per i nostri portafogli multi-asset preferiamo la parte del credito corporate IG all’azionario. E nell’azionario ci concentriamo sulle aziende di qualità, perché la resilienza che hanno dimostrato sin qui gli utili aziendali in ultima analisi dipende da quanto reggeranno i consumi”, ha concluso.