Dove investiranno gli istituzionali italiani nel 2024

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Alexander Andrews (Unsplash)

Un 2023 di ripresa per i mercati (nonostante l’eredità “pesante” dei 12 mesi precedenti) e un 2024 che si è aperto all’insegna delle incognite. Geopolitiche, in primis. L’attenzione va quindi in direzione dei conflitti più accesi (anche per l’economia europea) ossia in quella dell’Ucraina e della Striscia di Gaza, e poi oltre oceano, con lo sguardo rivolto alle elezioni presidenziali che si terranno a novembre negli Stati Uniti. I gestori italiani interrogati sulle prospettive sull’anno concordano sugli scenari di rischio, meno sulle contromisure da attuare nei portafogli (al di là della raccomandazione a investire). E gli investitori istituzionali? Ora che sembra essere stato raggiunto il picco dei tassi di interesse da parte delle banche centrali, come potrebbe cambiare la composizione dei loro portafogli? Quali le strategie migliori per affrontare l’attuale contesto di mercato e cogliere al contempo le opportunità offerte dalle tendenze in atto? Di porre questi interrogativi si è occupato il Centro Studi e Ricerche di Itinerari Previdenziali che, nel corso del convegno virtuale “Le prospettive economico-finanziarie 2024 per i player istituzionali” ha riunito intorno a un tavolo (virtuale, appunto) fondi pensione, casse previdenziali e family office con l’intento di ragionare sulle strategie di investimento da attuare nei prossimi mesi.

Margini ragionevoli

D’altronde, come ricordano dalla stessa associazione, “Politica monetaria e quadro geopolitico saranno tra le principali variabili che influenzeranno gli scenari nel 2024, ma la transizione energetica e la silver economy e la AI rappresentano dei megatrend pluriennali in grado di offrire interessanti spunti per investimenti tattici”. Fermo restando, come sottolinea Marco Di Liddo, direttore Centro Studi Internazionali, intervenuto in apertura del convegno, che il 2024 sarà un anno di tensioni e incertezze in linea con il 2023. “Se lo scorso anno la criticità principale era stata la mancata efficacia della controffensiva ucraina (che di fatto ha condizionato la seconda parte dell’anno)”, nel 2024, afferma Di Liddo “allo stallo militare a quello che è il principale conflitto nel territorio europeo si aggiunge l’escalation delle tensioni in medio oriente”. In uno sforzo previsionale, dunque, l’istituto vede nel 2024 la prosecuzione dei due conflitti “senza margini ‘ragionevoli’ di risoluzione”.

Spunti operativi

Da qui la riflessione degli stessi istituzionali invitati a dare la propria opinione sul tema. “Oggi tutti gli operatori si aspettano in maniera più decisa una inversione della politica monetaria da parte delle banche centrali”, afferma Stella Giovannoli, dirigente area finanza gestione patrimonio mobiliare Cassa Nazionale del Notariato dicendosi convinta che lo scenario con cui si confrontano gli investitori offra “interessanti spunti operativi”. Secondo l’esperta, quella attuale è una fase “di attesa”. “Monitoriamo il mercato e nei prossimi mesi abbiamo in mente, laddove la situazione si dovesse stabilizzare, da un lato di effettuare selezione di fondi Ucits nelle asset class tradizionali, negli spazi previsti dall’ALM”, senza escludere investimenti “anche nei private market sempre verificando la presenza di spazio nella nostra asset allocation strategica e tattica”. Parte da una precisazione sull’attività dei family office, Uberto Barigozzi, Studio Barigozzi, partner Libra Fiduciaria Srl: “Non abbiamo clientela istituzionale ma abbiamo famiglie che hanno l’obiettivo della conservazione del patrimonio nel tempo”, afferma e indica come per il 2024 ci sia da valutate “l’aspetto dei tassi tendenzialmente in discesa (anche se lenta)”, in questo scenario “se c’è liquidità è interessante la parte obbligazionaria e in particolare gli high yield”. Certo, afferma Barigozzi, “il discorso delle incertezze socio politiche avrà un’influenza importante e muoversi in questo contesto diventa complesso”.

Focus private market e ESG

Claudio Dimarco, direttore Lunelli Holding pur riportando l’opinione condivisa che il ciclo restrittivo dei tassi di interesse sia arrivato al termine sottolinea come il tema per il 2024 sia “la velocità e l’entità della riduzione”. L’esperto indica come il perdurare di una situazione di tassi elevati abbia tre conseguenze: un aumento dei rischi di recessione, un aumento del rischio relativo alla solidità finanziaria a livello di sistema, e un effetto sul potenziale di crescita delle società. “Noi nell’attività di investimento in fondi non facciamo timing, a seconda dei contesti diversifichiamo le strategie e ci focalizziamo su temi di interesse”, afferma e indica come i temi che “reputa interessanti” siano quello legato alla tecnologia; “i temi di natura opportunistica ossia gli asset che sfruttano l’attuale incertezza del contesto e di carenza di liquidità”, ad esempio i cosiddetti distressed asset e le special situation; e infine “il buy out tradizionale”.

Anche per Gianni Golinelli, responsabile area finanza ENPACL sono due i parametri cruciali per la definizione dell’asset allocation strategica 2024: il tema dei tassi di interesse e il tema inerenti il quadro geopolitico. “Attraverso il modello ALM aggiorniamo le nostre politiche di investimento di lungo periodo e le rivediamo in funzione dell’evoluzione della nostra demografia e delle situazioni economico finanziarie che si presentano”, afferma. A questo tema, ENPACL aggiunge poi considerazioni che “anziché parametri economico finanziari valutano anche le aspettative dal punto di vista delle evoluzioni ESG e non c’è dubbio che quelli che sono estati individuati come megatrend anche nel 2024, sono tematiche che hanno a che vedere con la qualità dal punto di vista della sostenibilità con cui il mondo della produzione dei servizi e, in generale, le attività economico finanziarie che ci circondando reagiranno e potranno avere delle tematiche con interessanti opportunità”.

Preferenza per l’obbligazionario

Manuela Mezzetti, CEO Mezzetti Advisory Group richiama la necessità di costruire portafogli robusti. “E perché siano robusti devono essere diversificati”. In tema di diversificazione, afferma l’esperta, “ci aiuta di nuovo la componente obbligazionaria che, dopo aver dato risultati negativi a oggi ci permette di avere un cuscinetto di rendimenti reali positivi che ci permettono di prendere un po’ più di rischio sulle componenti più volatili”. Anche Mezzetti riporta l’interesse verso i mercati privati: “Ci piacciono particolarmente i mercati secondari e delle infrastrutture”, e rimarca anche in questo caso l’interesse per il mondo dei buy out.

Anche per Andrea Plevna, CEO Alfa SCF l’obbligazionario è “l’asset class da preferire” nel 2024. L’esperto sottolinea come gli elementi di attenzione anche per Alfa SCF siano legati alla componente geopolitica (dal Medio Oriente alle elezioni statunitensi) e si attende una prima valutazione della BCE in merito ai tassi di interesse dopo maggio, con ancora una certa volatilità sui mercati per tutto il primo semestre.  “Sul mercato obbligazionario – afferma – siamo sovrappesati sulla parte breve, in particolare con riferimento ai governativi ma anche alla parte corporate perché dopo anni di tassi bassi o negativi finalmente nel 2023 siamo tornati a vedere rendimenti molto interessanti”. Plevna ricorda poi come l'obbligazionario sia l'asset class da preferire “anche in virtù di cosa ci chiedono i nostri clienti”. Diverso l’interesse verso i private market che si posiziona tra le asset class “che al momento non stiamo considerando”.  

La particolarità di un istituzionale come un fondo pensione è il conforto costante con gli aderenti che, a loro volta, in questo periodo, si confrontano on una volatilità importante. “Quindi lato nostro cerchiamo di definire l'asset location strategica nel modo migliore possibile”, afferma Valentina Roticiani, responsabile funzione finanza Previambiente indicando come l’obiettivo del fondo (“che sarebbe poi quello della difesa del potere di acquisto degli aderenti”) diventi in questo momento “ancora più strategico”. Da qui la necessità di ampliare il focus su comparti che abbiano anche una maggiore esposizione azionaria e ai privare market: “Abbiamo iniziato lo scorso anno, con il primo investimento diretto in un fondo di fondi di private equity destinato solo a PMI italiane. Il nostro obiettivo – conclude Roticiani – è integrare con un altro investimento diretto su un fondo infrastrutturale. Per cogliere  tutte le opportunità della transizione energetica ma anche per avere un impatto diretto sull'economia reale del nostro Paese”.