Eurizon: l'uscita dalla crisi passa per le decisioni della Fed e l'impatto dell’inflazione

Andrea Conti, responsabile Macro Research Team, Eurizon
Andrea Conti. Foto ceduta (Eurizon)

Prosegue il cammino del mercato dall’uscita dalla crisi economica. Il sentiero, tuttavia, non è lineare dal momento che i settori riaprono a fasi alterne generando “colli di bottiglia” e rialzi dei prezzi, mentre su tutto pesano ancora la volatilità dei dati economici e i timori sollevati dall’inflazione. L’Eurozona risulta in ritardo rispetto agli Stati Uniti, ma si assiste a segnali di accelerazione macro dalle economie in fase di graduale riapertura.

“Il tema centrale di attenzione di aprile è stato il dato sull’inflazione degli Usa – commenta Andrea Conti, responsabile del Macro Research Team di Eurizon Capital SGR –. Il forte rialzo (il 4% totale non accadeva da anni e per un’inflazione core al 3% dobbiamo addirittura risalire al 1996) e un dato forte superiore alle attese, non hanno creato tutto sommato grosse turbolenze sui mercati perché la banca centrale americana si è affrettata a definirlo un fenomeno di natura temporanea e transitoria. E noi condividiamo questo tipo di lettura”.

Secondo l’esperto, infatti, l’inflazione segnala un’economia che ha fatto un ciclo economico maturo, è arrivata la piena occupazione e inizia a surriscaldarsi. E non è il caso attuale. “In questo momento l’economia americana per quanto abbia recuperato tanto non è ancora in piena occupazione. Sono già stati recuperati tanti dei lavoratori che erano stati persi nella crisi ma siamo ancora lontani dai livelli pre-covid”.

L’aggettivo più spesso associato alla fiammata di inflazione è “transitorio”. Ma il punto è capire quanto durerà la transitorietà.

Il collegamento tra la ripresa a livello macro, l’impatto sull’inflazione e le mosse della Federal Reserve resta dunque “il principale elemento di attenzione per il medio termine”, ed Eurizon conferma “l’approccio a bassa esposizione direzionale adottato ad aprile, con posizionamenti neutrali sulle principali attività ed esposizione prociclica sull’Eurozona (sottopeso Bund, sovrappeso relativo sulle borse) dove si individuano residui spazi per sorprese positive”.

IL POSIZIONAMENTO SUI MERCATI

Una serie di elementi contribuisce a definire il posizionamento sui mercati nel medio termine. Primo fra tutti l’andamento della crisi pandemica, che va “nella direzione auspicata”. L’Eurozona, sul fronte macro, assiste a un’accelerazione della domanda nei servizi, sorretta dall’andamento della campagna vaccinale e dalla riapertura delle economie al proprio interno e tra di esse. Alla luce di questo scenario, “pensiamo che i tassi americani per un po’ rimarranno stabili – continua Conti – eravamo sottopesati su queste attività e siamo ritornati neutrali. Mentre riteniamo che ci sia ulteriore spazio di rialzo sulle parti lunghe della curva tedesca. Proprio perché l’eurozona in questo momento sta accelerando, siamo sottopesati di titoli tedeschi”.

Sul fronte dello spread tra Italia, Spagna, Portogallo e la Germania, “preferiamo Italia, Spagna e Portogallo, ma siamo appena neutrali, non abbiamo un grosso posizionamento positivo perché man mano che saliranno i tassi tedeschi, gli spread si possono comprimere ma il rendimento assoluto che si può tenere nei titoli della periferia ormai è modesto”.

AZIONARIO, RESTA IL PREMIO A RISCHIO

Nell’azionario resta fondamentale la differenziazione tra medio e breve periodo. “Nel medio periodo – fa notare Conti – probabilmente il mercato rialzista può e dovrà continuare man mano che prosegue la normalizzazione del ciclo economico. Il premio a rischio sui mercati azionari c'è, perché non c'è ancora da parte dei mercati obbligazionari un’alternativa valida al rendimento che offrono gli utili aziendali”. Tuttavia, già ad aprile era emersa una tendenza: “Per quanto la crescita degli utili adesso stia ritornando, e quindi sarà di supporto ai mercati azionari nel medio termine, i mercati si sono già portati molto avanti, soprattutto quello americano, nello scontare il miglioramento degli utili”.

VALUTE

Per quanto riguarda l’andamento delle valute, infine, con i tassi americani che hanno smesso di salire, mentre quelli tedeschi accelerano, l'euro ha ripreso a rafforzarsi e il dollaro a indebolirsi. “C’è forse ancora spazio per un rafforzamento dell'euro e un indebolimento del dollaro – conclude Conti –. Non pensiamo di essere alla vigilia di un trend indefinito, ma piuttosto di fronte a uno scenario che, a un certo punto, si stabilizza in questo contesto”.