Fine del governo Draghi, le reazioni del mondo del risparmio gestito

Mario Draghi
European Union 2015 - European Parliament (Flickr Creative Commons)

Un colpo politico ed economico. Si può riassumere così il complesso risultato della giornata del 20 luglio, conclusa con il punto finale a questa legislatura e al governo a guida Mario Draghi. Dopo la decisione di tre partiti di maggioranza (Lega, Forza Italia e M5s) di non partecipare al voto di fiducia di ieri in Senato, la mattina del 21 il presidente del Consiglio è intervenuto alla Camera dove ha annunciato la scelta di “comunicare le proprie determinazioni” al Presidente della Repubblica.  In un comunicato emesso da Quirinale si legge che il capo dello Stato "ha preso atto" delle dimissioni del premier. "Il Governo rimane in carica per il disbrigo degli affari correnti", conclude la nota.

Una débâcle politica per il Paese tutto che, come atteso, ha portato a un immediato allargamento dello spread che ha chiuso la giornata sopra i 236 punti base. La Borsa di Milano ha avviato le contrattazioni del “day after” segnando forti ribassi (-1,7% in apertura), zavorrata da una scivolata importante per i titoli bancari (Unicredit ha chiuso in ribasso del 3,35% e Intesa Sanpaolo del 2,75%) ha chiuso in flessione dello 0,71 per cento.

La Bce alza i tassi e annuncia il TPI

La giornata dei mercati è stata convulsa anche per le attese sul meeting della Banca centrale europea, programmato per il 21 luglio. Meeting nel corso del quale Francoforte ha aumentato i tassi di interesse di 50 punti base, in un'unica tranche e ha introdotto il Transmission Protection Instrument (TPI), la denominazione ufficiale dello “scudo anti-spread”. Lo strumento si concentrerà sui titoli del settore pubblico a vita residua tra uno e 10 anni, ma gli acquisti potrebbero essere esteso anche alle obbligazioni del settore privato. Gli acquisti saranno decisi dal consiglio Bce in piena autonomia e prevedono una serie di condizioni che starà a Francoforte giudicare se e quanto soddisfatte.

Le reazioni “a caldo”

Sul fronte Draghi Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia, commenta come dopo le tensioni della scorsa settimana i mercati avessero scontato un compromesso dei partiti per evitare una crisi politica. Anche perché, rimarca l’esperto, il momento “è delicato” per il Paese “sia dal punto di visto geopolitico (guerra in Ucraina e tensioni nei rapporti diplomatici con la Russia) sia da quello economico (crisi energetica, requisiti per fondi PNRR, legge di bilancio, scudo anti-spread e rischi di recessione) e sanitario (nuova campagna vaccinale per la quarta dose)”. Una scelta come quella attuata ieri dai due partiti di centro-destra e dal M5s “avrà conseguenze fortemente negative sull’andamento dell’azionario italiano e aumenterà le tensioni sullo spread con un forte rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato italiani”. Le previsioni circa un lungo periodo di instabilità politica in Italia indicano “lo spread nel breve termine a 250 punti base e nel medio sui 300 pb”.

Parla di “maggiore volatilità in arrivo” Annalisa Piazza, fixed-income research analyst di MFS Investment Management. “Il risultato di oggi è forse il peggiore esito della crisi iniziata la scorsa settimana e si prevede una maggiore frammentazione”, afferma l’esperta che indica come il Presidente Mattarella possa decidere di sciogliere il Parlamento già la prossima settimana, dopo aver consultato i presidenti delle due Camere: “Si potrebbe tentare di formare una maggioranza di governo alternativa o di nominare Draghi come commissario. Riteniamo improbabile che entrambi gli scenari si verifichino”. Secondo Piazza nel breve termine “l'esito degli sviluppi politici potrebbe aumentare ulteriormente la confusione sullo strumento anti-frammentazione della BCE, che non è chiaramente finalizzato a ridurre il rischio politico”. Anche Francoforte si troverà in una “situazione molto scomoda” quando “i rischi di rallentamento della crescita italiana (insieme all'intensificarsi di condizioni di finanziamento più severe) si riverseranno su altre economie dell'Eurozona (quelle con i legami commerciali più profondi saranno le prime a risentirne)”. Nonostante le attese su ulteriore allargamento dello spread, l’esperta esclude che “raggiunga i livelli visti durante la Crisi Finanziaria Globale o nel 2018-19, quando si discutevano le questioni esistenziali dell'Eurozona, ma è certo che ulteriori incertezze saranno scontate nei prezzi”.

Secondo Antonio Amendola, gestore del fondo AcomeA PMI Italia ESG "Lo scenario è cambiato. Adesso il punto è che, al netto dello choc iniziale, nel breve la volatilità dei mercati aumenterà per una questione di percezione di stabilità del Paese e di aumento del rischio Paese; ma le aziende erano solide ieri e sono solide anche oggi, a prezzi più bassi. Il problema è più politico che borsistico". In conclusione l'esperto invita all'attesa. "Allargando lo sguardo su un orizzonte più lungo, il mondo non finisce con il ricorso alle urne, abbiamo superato il Covid e supereremo anche questo".

I commenti post Bce

Nel corso del meeting Bce, a diverse sollecitazioni di commentare la situazione del mercato italiano, Christine Lagarde ha evitato di rispondere in maniera diretta, limitandosi a osservare che la banca centrale non si pronuncia su questioni politiche che riguardano il processo democratico degli stati membri della zona euro. Ma la preoccupazione monta tra analisti ed esperti. “In Italia, in quello che potrebbe essere descritto come il peggior momento possibile, la rottura della coalizione di governo e le dimissioni del suo leader Mario Draghi hanno portato a un brusco ampliamento dello spread Btp/Bund, una situazione che potrebbe diventare un ostacolo alla regolare trasmissione della politica monetaria”. Tuttavia, commenta Dave Chappell, fixed income senior portfolio manager, Columbia Threadneedle Investments “quando è stata ripetutamente interrogata durante la conferenza stampa, la presidente Lagarde si è guardata bene dal rivelare se un inasprimento delle condizioni finanziarie, guidato da politiche interne autodistruttive, avrebbe giustificato l'attuazione del nuovo strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria (TPI). In questa fase, visto che non c’è stato ancora alcun contagio nei rialzi di spread in altri paesi periferici, non lo riteniamo probabile”. A proposito del nuovo TPI, Nick Chatters, fixed income manager di Aegon AM commenta come il TPI appaia “esteticamente piuttosto debole, anche perché si basa sul fatto che il consiglio direttivo sia soggettivamente unanime nell’approvare l'acquisto di obbligazioni italiane”. Secondo l’esperto il mercato starebbe mettendo alla prova la Banca centrale “spingendo lo spread dei BTP (già al 2,37% rispetto ai Bund), poi si presuppone che la BCE si riunisca e faccia una lunga chiacchierata prima di decidere cosa fare! Tutti noi sentiamo la mancanza della mano ferma di Draghi in una giornata come questa”. Lapidario sul nuovo strumento anche David Zahn, head of European Fixed Income di Franklin Templeton che ritiene il TPI abbia “probabilmente guadagnato più attenzione di quanta ne avrebbe altrimenti, poiché il governo italiano guidato da Mario Draghi è crollato la scorsa notte. L'Italia andrà ora alle elezioni in autunno, introducendo il rischio politico nelle attività italiane”. Patrick Moonen, principial strategist, NN Investment Partners osserva infine come “la pressione sui rendimenti obbligazionari italiani in seguito alle dimissioni di Mario Draghi non si è attenuata dopo l'annuncio del nuovo strumento anti-frammentazione”. Data l'incertezza politica nel Paese “prevediamo che gli asset italiani continueranno a sottoperformare la regione nel prossimo periodo”.