Il sorriso del dollaro: cos’è e cosa comporta questa teoria

Dollaro News
Kenny Eliason (Unsplash)

La possibilità che la politica monetaria restrittiva portata avanti dalle banche centrali, Fed in testa, finisca per spingere l’economia in recessione è fonte di preoccupazione per gli investitori. È per questo che al momento preferiscono puntare sul reddito fisso, che torna a offrire rendimenti positivi, rispetto all’azionario.

Questo timore si riflette anche nell’andamento del dollaro. In un contesto simile può suscitare interesse la teoria nota come “il sorriso del dollaro”, che illustrano Caroline Houdril, fund manager, e Joven Lee, multi-asset strategist di Schroders, in questa nuova voce del Glossario FundsPeople.

Che cos’è?

Come spiegano Houdril e Lee, la teoria del sorriso del dollaro è stata concepita 20 anni fa da Stephen Li Jen e si riferisce a due scenari diametralmente opposti di rafforzamento del biglietto verde rispetto alle altre valute.

Nel primo caso, l’economia statunitense si mostra robusta e sui mercati prevale un clima di ottimismo. “Secondo questa teoria, in un contesto di forza dell’economia americana, contraddistinto da un elevato tasso di crescita del PIL, i capitali degli investitori confluiscono sugli strumenti finanziari degli Stati Uniti, facendo salire ancora di più il valore del dollaro”, argomentano.

Nel secondo caso, l’economia globale si deteriora e la propensione al rischio degli investitori diminuisce. “In un quadro di riduzione del rischio, invece, gli investitori cercano riparo nei beni rifugio, come il dollaro, che quindi torna ad apprezzarsi grazie all’elevata domanda”, sostengono. Nell’intervallo tra questi due estremi l’USD si indebolisce, come in questo momento, ed è così che il grafico disegna il sorriso del dollaro.

Come reagisce il dollaro durante una recessione?

Dato che gli Stati Uniti sono la prima economia mondiale, è normale che una recessione degli USA finisca per contagiare anche il resto del mondo, ma i tempi di questi eventi influenzano l’andamento del dollaro. Cosa succede se l’economia americana entra in recessione prima delle altre? Come si comporta in questo caso il biglietto verde?

Houdril e Lee hanno analizzato il rendimento medio dell’indice del dollaro quando la recessione è limitata solo agli Stati Uniti e quando invece coinvolge l’intera economia mondiale. Vediamo le loro conclusioni.

Come mostra il grafico, quando gli USA entrano in recessione e il resto del mondo no, il dollaro tende a deprezzarsi. Quando invece l’economia mondiale cade in recessione, l’USD sale perché gli investitori cercano protezione nei beni rifugio. In questa fase il biglietto verde registra un rendimento medio di oltre l’1%.

Questa teoria sarà valida anche stavolta?

“Crediamo che la teoria del sorriso del dollaro resti valida anche nel contesto attuale. In base alle previsioni dei nostri economisti, gli Stati Uniti entreranno in recessione a fine anno, prima del resto del mondo; il dollaro potrebbe quindi sottoperformare fino a quando l’economia globale seguirà l’esempio degli USA”, affermano gli esperti di Schroders.

Le probabilità di recessione, almeno a breve termine, della maggiore economia mondiale sono aumentate dopo l’ultima crisi finanziaria scatenata dal fallimento della Silicon Valley Bank. “Un problema sistemico irrisolto può tradursi rapidamente in una recessione dell’economia reale, soprattutto in una fase in cui il sistema finanziario è cresciuto fino a raggiungere proporzioni senza precedenti rispetto all’economia reale”, è il pensiero espresso di recente da Julius Baer. Inoltre, l’ingresso degli Stati Uniti in recessione potrebbe causare ulteriori difficoltà alle banche. Chris Iggo, presidente dell’AXA IM Investment Institute, sottolinea:“Si viene a creare un circolo vizioso, perché nelle recessioni si registra sempre un aumento delle perdite su crediti, che a sua volta danneggia le banche”.