Roger Aliaga-Diaz presenta una panoramica generale dell'economia americana di fronte ai recenti movimenti della Fed. Contenuto sponsorizzato da Vanguard.
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CONTRIBUTO a cura di Roger Aliaga-Diaz, chief economist per le Americhe e responsabile per la costruzione di portafogli, Vanguard. Contenuto sponsorizzato da Vanguard.
Il risultato di un’economia riccioli d’oro con crescita robusta e inflazione più contenuta è stato raggiunto negli Stati Uniti grazie alla tempestiva espansione dal lato dell’offerta, soprattutto grazie alle evoluzioni migliori delle attese nel mercato del lavoro e negli aumenti della produttività.
Abbiamo pertanto aggiornato le nostre previsioni economiche, stimando una crescita più vigorosa, un mercato del lavoro solido, un’inflazione ancora ostinata nonché che la banca centrale americana resti prudente rispetto all’avvio dei tagli dei tassi ufficiali e considerando anche la possibilità che non sia affatto in grado di abbassare i tassi quest’anno.
Gli aumenti dei tassi ufficiali dello scorso anno erano volti a domare l’inflazione attraverso i loro effetti restrittivi sull’attività economica e non ci saremmo aspettati una crescita del PIL degli Stati Uniti di ben il 3% nel 2023. Tuttavia, i progressi superiori alle attese sul lato dell’offerta nel mercato del lavoro e gli aumenti di produttività hanno più che compensato la stretta monetaria aggressiva della Federal Reserve (Fed). I fattori favorevoli sul lato dell’offerta, come la produzione di beni e servizi che alimenta la crescita economica, verosimilmente si attenueranno solo gradualmente e pertanto le nostre previsioni per il 2024 sono migliorate. Al momento ci aspettiamo una crescita economica intorno al 2% per il 2024 e un tasso di disoccupazione intorno al 4% per fine anno.
Ci attendiamo inoltre che la domanda si mantenga persistente. Con un’economia che rimane resiliente e una domanda sottostante robusta, continuiamo a ritenere che l’ultimo tratto del percorso nella lotta all’inflazione sarà il più difficile. Crediamo che l’indice core dei prezzi al consumo (PCE), che ricordiamo esclude i prezzi volatili di alimentari ed energia, l’indice prediletto dalla Fed per le sue valutazioni sull’inflazione, non seguirà un percorso di discesa senza ostacoli verso l’obiettivo del 2% della banca centrale, con il rischio che resti al di sopra del 2,5% per quest’anno e dunque a un livello superiore a quello precedentemente stimato.
La Fed probabilmente si manterrà prudente
A fronte di un’inflazione che resta al di sopra dell’obiettivo del 2% e dei rischi che un allentamento precoce delle condizioni finanziarie potrebbe comportare, crediamo che la Fed procederà con cautela rispetto all’avvio dei tagli dei tassi. È inoltre del tutto possibile che la banca centrale americana possa non essere nella posizione di operare alcun taglio quest’anno e mantenga il tasso sui federal fund intorno all’attuale intervallo del 5,25%–5,50% per il resto del 2024.
Non si può tuttavia escludere uno scenario di soft landing con moderate riduzioni dei tassi di interesse da parte della Fed. Se nel 2024 dovessero persistere robusti fattori favorevoli sul lato dell’offerta si creerebbero probabilmente le condizioni affinché l’inflazione si possa riportare più rapidamente sul target della banca centrale senza indebolimento della crescita economica o del mercato del lavoro.
In tal caso, i fattori favorevoli sul versante dell’offerta aiuterebbero la Fed a conseguire il tanto desiderato atterraggio morbido, uno sviluppo gradito e fortunato visto che la politica della banca centrale non può controllare il lato dell’offerta dell’economia. Sul versante opposto, una recessione nella parte finale dell’anno, benché non rappresenti il nostro scenario di base, è tuttora possibile. Al momento crediamo che un tale esito potrebbe verificarsi solo nell’eventualità che i fattori di sostegno dal lato dell’offerta dovessero scemare più rapidamente del previsto.
Il ritorno a un solido valore del denaro vale tuttora
Gli sviluppi intercorsi continuano a confermare la nostra convinzione che siamo entrati in un’epoca di solido valore del denaro ossia con tassi di interesse superiori al livello d’inflazione. Disporre di un portafoglio d’investimento bilanciato e diversificato è sempre importante e un contesto di solido valore del denaro pone ferme basi per il conseguimento di validi rendimenti corretti per il rischio a lungo termine.
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