Analisi e comparazione di sei strategie equity con Marchio FundsPeople che investono nel mercato americano.
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Tratto dall'analisi comparativa mensile FundsPeople di gennaio – Rivista 047: “Un mercato a prove di pandemie”.
Mai prima del 2020 si è registrato uno scollamento così netto tra l’andamento dell’economia statunitense e Wall Street, che è riuscita a mantenere un tono rialzista e persino a muoversi in un’area di massimi nello stesso anno in cui il Paese ha registrato la massima recessione della sua storia, sulla base di due principi fondamentali. Il primo è stato un intervento monetario senza precedenti nell’era moderna, sia in termini di entità che di velocità, che ha calmato i nervi degli investitori in un momento di crollo del PIL senza precedenti.
La Federal Reserve ha messo in campo tutta la sua artiglieria, usando un numero di strumenti nettamente superiore a quanto fatto con i programmi QE, e infranto dei tabù acquistando obbligazioni societarie, persino da emittenti high yield. Lo ha fatto, inoltre, con una velocità inusuale, ricorrendo a strumenti finanziari che non aveva usato in precedenza, come gli ETF.
Secondo Oliver Blackbourn, gestore del team multi-asset di Janus Henderson, la portata di questa azione ha definito un nuovo parametro di riferimento in termini di livello di rischio che l’autorità monetaria era disposta ad assumere. Per i gestori come Paul Benson, responsabile dell’obbligazionario con beta efficiente in Mellon (filiale di BNY Mellon IM), era un chiaro segnale che Jerome Powell era disposto a fare tutto il necessario per stabilizzare il mercato, e gli investitori hanno recepito il messaggio.
Un alleato occasionale
Come se non bastasse, il mercato azionario statunitense ha trovato un altro alleato. In una crisi economica che ha costretto ad un distanziamento sociale, tutto ciò che era tecnologico si è rafforzato, avvantaggiando il settore più importante dell’S&P 500. Sono aumentate le aspettative verso la tecnologia e sono cresciuti i corsi azionari di Facebook, Apple, Amazon, Netflix e Google (FAANG), le multinazionali che indicano la direzione del mercato statunitense. Negli ultimi tre anni il valore di borsa di queste società è raddoppiato.
“Ci troviamo in un momento storico molto speciale, che alcuni potrebbero definire la quarta rivoluzione industriale, la rivoluzione digitale, che vede protagoniste le società che sfruttano Internet e la tecnologia per generare un mutamente epocale che trasformerà completamente i settori in cui operano. Forse in modo controintuitivo, molte di queste società non solo realizzano una sorprendente crescita di lunga durata, ma hanno anche notevoli caratteristiche difensive”, spiega Andy Budden, responsabile degli investimenti di Capital Group.
Il grande dilemma
La performance di un fondo focalizzato sull’azionario statunitense è stata pertanto ampiamente dipesa dal grado di esposizione alle FAANG. Ora che però tutto sembra indicare una distribuzione del vaccino antiCOVID-19 nella prima metà del 2021, il mercato potrebbe muoversi diversamente. Ci sono stati segnali di cambiamento, alimentando ancora una volta i dubbi di chi, prima della pandemia, considerava come troppo elevate le quotazioni di molte di queste società. Attualmente la sola Apple capitalizza più dell’intero MSCI United Kingdom Index, mentre Google pari a due volte l’MSCI Spain Index.
Questo è uno dei principali dilemmi che i gestori attivi di titoli azionari statunitensi si trovano ad affrontare in questi tempi nel posizionamento dei loro portafogli, compresi quelli che rientrano nel presente confronto. Dovranno operare con estrema attenzione perché è su quell’aspetto che se la giocheranno. Un eventuale errore di strategia potrebbe comportare una performance relativa sensibilmente inferiore rispetto al benchmark oltre che la perdita di fiducia dei clienti. L’avversario è temibile (l’S&P 500 è uno degli indici più difficili da battere) e i tifosi (gli investitori) si schierano sempre più dalla parte del grande rivale dei fondi: la gestione passiva.
Analizziamo quindi sei fondi azionari USA large cap con il Marchio FundsPeople in Italia, Spagna e Portogallo nel 2020, con flussi positivi a tre anni e un indice di Sharpe a tre anni elevato.
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